E’ dedicato al volume di Peppino Di Iorio “I Comunisti dell’Alta Irpinia al tempo di Berlinguer” il confronto in programma il 12 luglio, alle 18.30, al Caffè Letterario di Bisaccia. A portare i propri saluti Salvatore Sicuranza. A confrontarsi con l’autore Franco Festa, Lucio Fierro, Paolo Speranza, Gianfranco Nappi. A prendere forma un racconto inedito, per lunghi tratti emozionante, con il quale Peppino Di Iorio, con dovizia di particolari, racconta l’Alta Irpinia e della sua “grande, smisurata volontà di cambiare. L’appuntamento è per venerdì 28 giugno – alle ore 17,30 – presso il Circolo della Stampa di Avellino dove si terrà la presentazione del libro “I Comunisti dell’Alta Irpinia al tempo di Berlinguer” edito da Infiniti Mondi. E’ lo stesso autore a sottolineare come volume nasca dalla volontà di rimettere in ordine quaderni, relazioni e documenti “negli anni in cui ero responsabile di zona del Pci in Alta Irpinia. Di qui l’idea di ripercorrere questa storia, sintomatica di un’area territoriale in cui il Pci resisteva, malgrado lo strapotere della Dc. Basti pensare che a Bisaccia, Lacedonia, Andretta e S. Andrea di Conza nasceranno le prime amministrazioni comuniste. Non è un caso che nel 1976 il Pci raggiunga il 27%, eleggendo un senatore, Michele Iannarone. Erano anni in cui si confrontavano idee e progetti, non c’era mai uno svilimento come quello a cui assistiamo oggi”. E spiega come “In Alta Irpinia si vive di politica, il fascismo aveva inviato in quelle aree confinati che avevano cominciato ad educare le masse. Oggi di quell’esperienza resta poco, se si tolgono le idealità, la politica si attorciglia su sé stessa. Il Pci italiano era un animale particolare, affondava le radici nel corpo della società ma aveva la testa all’orizzonte”. Si sofferma sul rapporto con Berlinguer “Arrivò dopo il sisma a Materdomini, portato dai compagni di Salerno, in serata ci fermammo a mangiare, chiese un brodino e una treccia, nessuno di noi osò chiedere altro. Il secondo ricordo è legato ai comitati popolari, eravamo ospiti a Roma della trasmissione di Cronache, ci aspettò a Botteghe Oscure e volle sapere del Pci, dell’esperienza dei comitati popolari. L’attenzione ai territori si conciliava con l’idea di un progetto generale nel quale il territorio si potesse inserire”.