Incanta il pubblico il Maestro Bruno Canino, di scena a Montefalcione in uno degli appuntamenti più attesi della XXXIII edizione del Festival “I Luoghi della Musica”, rassegna itinerante di musica da camera organizzata dall’Associazione Accademia Internazionale di Musica “Arturo Toscanini”, sotto la direzione artistica del M° Antonella De Vinco. In tantissimi si sono ritrovati nella Chiesa di Nostra Signora del Sacro Cuore per assistere all’emozionante performance del pianista napoletano, che si avvicina ormai alla soglia dei 90 anni. La serata, dedicata ai Grandi Interpreti, ha proposto musiche di L. van Beethoven, C. Corea, M. Cesa e M. Ravel con l’aggiunta di fuori programma eseguiti a sorpresa.
Tra i più autorevoli pianisti contemporanei, Canino si è esibito nelle principali sale da concerto e nei più prestigiosi festival internazionali, sia come solista sia in formazioni cameristiche, vantando una vasta e apprezzata produzione discografica. Il concerto è stato introdotto dal direttore artistico De Vinco e dall’assessora alla cultura Emanuela Pericolo, in rappresentanza del Comune irpino. “Non esistono concerti di serie A o di serie B – ha spiegato – suonare in un luogo come questo o nei più grandi teatri del mondo richiede lo stesso impegno e dedizione, nel rispetto della musica”. E chiarisce “Nell’esecuzione di un brano cerco di restare fedele allo spirito del compositore ma inevitabilmente entra qualcosa di mio nell’interpretazione. E’ chiaro poi che, a seconda delle qualità tecniche dell’artista, il risultato sarà differente e ci si sentirà più a proprio agio con un autore piuttosto che un altro. L’artista deve essere sempre molto concentrato quando suona in pubblica ma certo si percepisce se c’e feeling con il pubblico. Conta molto anche lo spirito con cui il pubblico vive un concerto. Molto spesso il successo di un concerto dipende più dalla capacità del pubblico di ascoltare senza pregiudizi che dalla bravura dell’artista”. E ribadisce “Quello che conta è suonare con gli amici. Per fortuna ho incontrato tanti amici nel mio percorso”. Si dice convinto che “La musica è l’unico modo di comunicare col trascendente”. E spiega come “Nei giovani c’è più consapevolezza, un ragazzo di 18 anni che deve decidere di affrontare questa rischiosa avventura può avere tanti dubbi prima di cominciare”