Roma. Tutto bene quel che finisce bene. O quasi. Il comunicato stampa congiunto dei sindacati presenti all’incontro di questo pomeriggio, al Mimit di via Molise, è questo che dice. Infatti le segreterie di Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm e Uglm, si dicono” soddisfatte dell’imminente intervento dei soci azionisti( leggi ricapitalizzazione di Industria Italiana Autobus, ndr)”.
Ma non del tutto. Perché “occorre un cambio nella governance dell’azienda”. “Nei prossimi giorni i soci si incontreranno con il Ministero del Made in Italy- scrivono le sigle sindacali- per definire le modalità tecniche” e dare, finalmente, vita a quei 25 milioni di euro che serviranno per far ripartire lo stabilimento flumerese. Lo stesso dicastero “potrà valutare come impiegare le risorse pubbliche a tutela della occupazione “.
Per questo, alla fine dell’incontro romano, i sindacati sono” soddisfatti”. E pensano che “la ricapitalizzazione, tuttavia, rappresenti una condizione necessaria, ma non sufficiente, per il rilancio di IIA: giacché occorre un radicale cambiamento nel modo di governare l’impresa. Altrimenti- aggiungono- tra pochi mesi ci ritroveremo nella medesima, e drammatica, situazione”. Per i sindacati, inoltre, è “inaccettabile avere gli ordini e non poterli evadere, i magazzini pieni ma essere a corto di materiale, avere professionalità e dare lavoro all’esterno”.
Ed insiste su una cosa: che Industria Italiana Autobus resti in mano pubblica. “È una impresa prevalentemente pubblica, che insiste in un settore pubblico, che ha come clienti enti pubblici: un suo fallimento equivarrebbe ad una prova di assoluta incapacità delle nostre istituzioni”. Per questo rimane “l’attenzione alta e il tavolo al Mimit deve essere permanente”.
Per “consolidare l’azienda ci vuole un cambio di passo radicale”. In questo modo, i lavoratori” potranno essere messi nelle migliori condizioni per fare produzione”. Altrimenti, conclude il comunicato stampa,” proseguiranno le iniziative di mobilitazione. IIA è patrimonio della collettività e dei lavoratori, non permetteremo di disperderne il valore industriale”.