“Il giudice non può prescindere dalla centralità dell’uomo. La legge viene sempre dopo”. A sottolinearlo con forza Gennaro Iannarone, una vita dedicata alla magistratura, da cui nasce il suo volume “Io, giudice cristiano ed eretico”, presentato ieri pomeriggio, nel corso del confronto firmato Avellino letteraria, nello spazio del Palazzo Vescovile. Iannarone spiega come “La legge è muta e non tiene il passo delle trasformazioni della società. Ecco perchè il giudice è chiamato ad interpretarla, a forzarla perchè il risultato sia una sentenza umana. Il mio essere eretico è legato al mio essere contro i dogmi della magistratura. Penso alle sentenze della Cassazione considerate da tutti come un riferimento, a cui ho sempre guardato con diffidenza”. Spiega come il suo essere cristiano “non è legato alla fede ma alla conoscenza profonda della dottrina cristiana. Poichè ogni giudice deve fare i conti con Cristo. Io non mi considero credente ma ho appreso il Vangelo da figure straordinarie come quelle dei vescovi Forte, Nunnari, D’Alise”. A dialogare con lui il giornalista Fiore Carullo che sottolinea come “il libro rappresenta il nucleo etico della produzione di Iannarone, a partire dalla tensione tra applicazione e ascolto della legge, dalla capacità di leggere la norma alla luce di principi etici e morali. Il diritto diventa una scelta consapevole orientata al bene comune. Educare alla legalità diventa strumento per educare alla vita, annullando i confini tra diritto, educazione e poesia, azione e riflessione, dolore e speranza, nel segno della responsabilità e dell’amore per la vita. Iannarone rifiuta il conformismo istituzionale e l’idea della legge come fredda applicazione di norme, richiamando continuamente il ruolo centrale della coscienza”. A introdurre l’incontro la giornalista Daniela Apuzza che sottolinea come la rassegna nasca dall’amore per la letteratura e la città e il direttore artistico Annamaria Picillo che pone l’accento sull’importanza di riscoprire il valore dei sentimenti, centrali per al costruzione della persona, di educare i giovani alla lettura, di trasmettere loro l’idea che ciascuno può offrire un contributo per la crescita della comunità. A caratterizzare l’incontro i saluti del vicario don Pasquale Iannuzzo, di don Gerardo Capaldo di Pax Christi, gli intermezzi musicali di Patrizia Tozza e l’esposizione delle opere di Madina De Rienzo. Un incontro che si conferma prezioso, grazie alla capacità di offrire molteplici spunti di riflessione che abbracciano arte, letteratura e diritto nel segno dello spirito di Avellino letteraria.