“Mai la città di Avellino ha conosciuto un livello tale di improvvisazione e volgarità, mai è stata governata da una classe dirigente di livello così basso. Ecco perchè più che mai, c’è bisogno di intervenire attraverso azioni concrete. Il futuro si costruisce con le idee e il recupero della dimensione morale”. A sottolinearlo con forza il professore Toni Iermano nel corso del confronto, tenutosi questo pomeriggio, alla Biblioteca Provinciale su “Classi dirigenti nell’Irpinia contemporanea. Prospettive e immaginazione”, moderato dal giornalista Pierluigi Melillo, nell’ambito del ciclo di incontri “Educare alla politica”. “Non ci sono dubbi – spiega Iermano -che ci sia bisogno di un dialogo tra cultura e società, la qualità della politica è strettamente legata a quella della cultura. Il problema di Avellino è innanzitutto culturale”. “Basta confrontare – spiega il consigliere comunale Antonio Gengaro – i nomi degli attuali consiglieri con quelli del passato. È evidente che l’elezione diretta del sindaco ha determinato nuove logiche nella scelta del voto. Al tempo stesso, è venuta meno la presenza dei partiti che erano spazio di elaborazione del pensiero”. Non risparmia stilettate al PD “Una parte del Pd è l’altra faccia del problema Festa”. Gerardo Capozza ricorda l’impegno dei sindaci nel promuovere leggi attente alla salvaguardia dei territori, come quella di tutela delle minoranze linguistiche voluta dal Comune di Greci, nella convinzione che lo sviluppo si realizza con le infrastrutture”. Ricorda i fallimenti di aziende come Asidep, le difficoltà dell’Alto Calore, l’incapacità di spendere le risorse del Pnrr, l’inadeguatezza di un apparato amministrativo con personale non sempre formato e capace di rispondere ai bisogni di una società sempre più tecnologica, la difficoltà di dare prospettive ai giovani”
Non nasconde la sua preoccupazione l’onorevole Enzo De Luca, parla di una crisi democratica che vive la comunità, che si affianca alla scarsa attenzione al problema della legalità, all’incapacità di confrontarsi col partito, di qui l’appello rivolto alle associazioni per costruire un coordinamento e alla politica perché superi la logica del particolare”. Al tempo stesso, ribadisce, “è fondamentale recuperare quel senso di umanità che oggi manca, senza aspettare, a tutti i costi, l’uomo forte. Il partito è una comunità ma oggi ha smesso di coinvolgere gli iscritti ed è un dato sul quale siamo chiamati tutti a riflettere”. Ricorda, infine, come “Nel tempo dell’egoismo l’appartenenza politica e la coerenza sono un valore aggiunto”.
Lo scrittore Franco Festa evidenzia la necessità di “comprendere le responsabilità di chi ci ha portato questo punto, un ragionamento che ancora manca se pensiamo che un personaggio della levatura d Ciriaco De Mita è scomparso dal dibattito politico. Quella che era un classe dirigente che coltivava un progetto ideale è diventata pura amministratrice di risorse, si è perduta la tensione morale che caratterizzava la politica. La soluzione finale è stata il PD. Oggi, sono convinto che solo se termina l’avventura del PD può ripartire politica. Posso affermare, a ragion veduta, che il Pd è la causa di tutti i mali del Sud. Del resto, gli stessi Festa e Nargi sono il prodotto del fallimento della precedente classe dirigente, di qui la necessità di comprendere le responsabilità di tutti e fare ciascun la propria parte.