Valle Ufita. Non solo sindacati e tute blu. Ma, da palazzo Madama, anche la senatrice dem Susanna Camusso chiede al governo se, effettivamente,”vuole liquidare la partecipazione pubblica di Industria Italiana Autobus”. E, soprattutto,”perché”. La senatrice, inoltre, mette in guardia dal possibile accordo tra Leonardo e gruppo Seri, dei fratelli casertani Civitillo, perché questi ultimi sarebbero nel mirino della magistratura per questioni fiscali ed edilizi. Per questo i gruppi di Stirpe e Gruppioni potrebbero essere i più indicati a subentrare. Senza ricordare le due esperienze della Seri in Irpinia, concluse entrambe nel peggiore dei modi. Con i lavoratori messi fuori dagli stabilimenti, cioè. Insomma è una situazione, quella della fabbrica di valle Ufita, che si avvia verso una conclusione che, tra l’altro, è stata prospettata anche dall’amministratore delegato di IIA, Giancarlo Schisano, durante una audizione in commissione comunale a Bologna. Schisano, in pratica, ha detto che i soci di maggioranza”scalciano”per andarsene. Mentre, invece, i sindacati, emiliani ed irpini, vogliono che invece resti pubblica seppure con la riduzione delle azioni. E giudicano Seri”inattendibile”.
Nemmeno la politica può evitare che questa che, al momento dell’insediamento della Fiat, era considerata la valle della spranza? Di un popolo che stava uscendo dal proprio guscio, ed è però rimasto ai nastri di partenza. Perché ogni volta che si cerca di fare un passo in avanti, come il gamberi, se ne fanno due indietro? Dal lontano 2011, ne è trascorso di tempo. La tenda della resistenza degli operai dello stabilimento, in piazza a Grottaminarda, che davvero ha resistito. Lo sciopero e l’occupazione della fabbrica, fino a quella del casello autostradale della cittadina ufitana. E se si ripetesse quell’esperienza? Una tenda della resistenza significherebbe che, le tute blu di valle Ufita, non sono cambiate e lottano ancora per la dignità del lavoro.”Perché siamo una fiera comunità irpina-ribadisce il sindaco di Grottaminarda, Marcantonio Spera-“. Il quale esorta gli altri primi cittadini”a darsi una mossa”. Un presidio permanente, come quello di tredici anni fa, che servirebbe a “smuovere le coscienze e smobilitare il solito teatrino politico”.
Giancarlo Vitale