di Nello Colombo – Il cuore della Bella Napoli in scena alla Casa Canonica di Petruro per chiudere in bellezza la fortunata rassegna “Proscenio sotto le stelle” organizzata da “O Triato” del generoso paese disteso alle falde del Monte Faliesi, con la Compagnia de “I Matt…At(t)ori” capitanata da una vera dinastia come quella dei Mugnano. Capostipite, quell’irresistibile Thomas degli schermi televisivi, prolifico autore teatrale, gaudente e indimenticato mattatore di un’edizione de “La sai l’ultima” con la sua esuberante verve narrativa, irresistibile “caratterista” a tutto tondo tra gag agrodolci di attori consumati, ugole d’oro, e giovani campioni della parola alata.
Ma a Petruro sono stati proprio i suoi cari rampolli, Mirko e Anna, a fare faville innanzi a un pubblico che ha assistito attonito – ben lontano da un saggio di una obliqua e asettica accademia “di mestiere” – al frutto di nobile sentire e ardimentoso impegno. Il primo che in una sorta di coming out rivela alla mamma: “Voglio fare l’attore”. Una rivelazione. Una sorta di riscatto contro la malasorte, l’inettitudine alla “cazzimma”, con la voglia insopprimibile di “morire” ogni sera sul palco per sentirsi finalmente vivo. E poi c’è lei, l’Anna delle meraviglie, che ha straziato fino alle lacrime narrando il dramma delle morti bianche dei “fravecature” di Raffaele Viviani. E questo è quanto è avvenuto a Petruro sul far della sera quando il recitare si è fatto poesia mettendo il cuore a nudo e non le oscure – sia pur opulente – grazie ove non batte il sole.
Ed eccoli allora questi “mattattori” farsi pontifex tra drama e timpani, voce di chi non l’ha mai avuta, saltimbanchi dell’anima, senza filtro alcuno, né grammatiche geometriche di regole sfiorite, senza “scuola” se non quella del sentire nel profondo, complici di inenarrabili tormenti che fomentano tumulti interiori covati tra cenere e carbone, animali da palcoscenici che sanno del pianto e del riso. Così, come bersi un amaro caffè prima d’indulgere a una sontuosa cornucopia gravida di cremosa chantilly. Bravi gli altri interpreti della serata (Jessica Corrado, Gennaro Meo, con le voci superbe di Pina Jesu e quella di Annamaria Colasanto reduce dai trionfi che l’hanno vista al fianco di Massimo Ranieri e il ghota del varietà partenopeo, che ha vellutato una interpretazione da brivido di “Dicitancello vuje”).
Applausi per tutti con l’intero staff organizzatore in proscenio a tirare le somme di un’intera fortunata stagione teatrale petrurese con la presidente della Compagnia “O Triato”, Natalia Gaeta, che col vice Pasquale Di Lorenzo, ha ricordato la finalità precipua associativa di far conoscere e amare la cultura teatrale. Corale l’applauso finale per tutti i costruttori di bene che hanno contribuito al successo della Rassegna, a cominciare da giovanottoni arditi e tante giovani e avvenenti fanciulle, con il contributo essenziale del tecnico luci ed audio Federico Perna, e soprattutto alla lungimiranza del deus ex machina dell’intero apparato scenico, l’infaticabile e onnipresente direttore artistico Antonio Galetta che ha menzionato, una ad una, le compagnie che si sono succedute sul palco della Casa Canonica di Petruro (La “Compagnia delle Torri”, degli “Attori per caso”, delle “ Mentite spoglie”, di “Talento Zeto e O’ Triato, di “Limina” e infine i ““I Matt…At(t)ori”). Una guida sicura per giovani volenterosi che hanno fatto di un paesello accrocchiato ai piedi del Faliesi l’epicentro di una rassegna che guarda lontano. È questo il vero miracolo del Teatro.