Viviamo in un mondo sospeso nel quale il valore della vita va sempre più entrando in una crisi profonda. Arretrano i valori fondanti della convivenza civile, avanza l’economia in continua fibrillazione. E ‘ in atto il gioco delle parti tra personaggi inaffidabili. Putin che continua a rinviare un confronto serio per porre fine alla guerra in Ucraina mentre di notte continua ad uccidere donne, soldati e bambini. Lo rimprovera Trump, altro soggetto dalle decisioni variabili dalle facili promesse. La guerra in Ucraina? Dice il presidente americano terminerà presto. E’ un ritornello che ripete senza crederci.
Dentro e oltre tutto questo a giorni alterni c’è la minaccia dell’atomica che consegna una terribile angoscia. In attesa che tacciano le armi in Ucraina le fiamme in Medio Oriente denunciano qualcosa di terribile con un altro personaggio della banda dei disonesti: Nethaniau. E’ lui il vero criminale che non ha pietà per niente. E’ lui che guida gli israeliani a commettere crimini senza confine. E’ lui che, con la motivazione di distruggere Hamas, uccide donne e bambini, vuole perseguire un disegno egemonico. E’ lui, sempre lui, che non vuole riconoscere uno Stato palestinese, pari a quello israeliano, per definire una possibile convivenza.
Bambino che muoiono per fame, assetati, ridotti a scheletri. Di fronte a tutto questo, e tanto altro ancora per le guerre dimenticate in altri paesi, la domanda che ci poniamo è tragica: dove è finita l’umanità, esiste ancora il buonsenso? E ancora: sono sufficienti gli appelli che si levano in tante parti del mondo perché la vita possa essere vissuta in una straordinaria normalità?
Il Pontefice, come il suo predecessore, invoca la pace. Lo fa in ogni attimo, in ogni confronto, con tutti gli attori mondiali. E’ sufficiente? Occorre che ciascuno di noi in ogni parte del pianeta gridi a squarciagola: basta. Sì basta con la fame e le persecuzioni in Palestina, basta il balletto delle irresponsabilità in Ucraina. Basta per uscire da questo mondo sospeso.