“Un premio che mi carica di orgoglio, che arriva da un festival legato al nome di Pasolini che amo profondamente. Un regista straordinario che ho scoperto tardi”. Così il regista francese Arnaud Desplachin sottolinea la propria emozione nel ritirare il Laceno d’oro alla carriera al termine della masterclass all’Eliseo. A premiarlo Antonio Spagnuolo, presidente del Circolo Immaginazione che sottolinea come il festival abbia ospitato ancora una volta un grande autore e il direttore artistico Maria Vittoria Pellecchia. Al regista francese un premio raffigurante la Mefite, simbolo della terra irpina.
E sono molteplici gli spunti di riflessione emersi dalla masterclass condotta da Aldo Spiniello e Sergio Sozzo che diventa l’occasione per parlare del ruolo del cinema nella società di oggi “Mio padre – racconta Desplachin – voleva che diventassi un medico. Gli ho risposto che anche il cinema aiuta a curare le persone”. Spiega di essere diffidente nei confronti delle nuove “opportunità offerte dall’intelligenza artificiale, alcune scene realizzare al computer finiscono per risultare ridicole”. Confessa come “il cinema americano degli ultimi anno lo abbia deluso” e ribadisce l’amore per i registi italiani come “Bellocchio a Moretti, da Fellini a Guadagnino. Non mi vergogno di aver pianto nel vedere ‘Chiamami con il tuo nome’. E con ironia lancia una frecciatina ai produttori “Quando dovevo scegliere i film da inserire nel mio Spectateurs ho avuto difficoltà, Poichè quando chiedi chi sia il produttore di un certo film, tutti ti rispondono di averlo prodotto”. Sottolinea come la forza del cinema sia nel suo essere democratico “Non c’è differenza tra film popolari e non, è il pubblico a decidere. Guardando i film mi ricordo di quanto sia spettacolare la vita”. Spiega come “Più delle parole, è il rumore di fondo che conta, l’insieme di parole e immagini” Confessa di avere fiducia nel futuro “Si parla tanto della crisi del cinema ma questa magia non finirà mai”. Si dice “colpito dalla passione di tanti giovani per il racconto del cinema del reale”. E confessa che “Non potrei vedere un attore italiano doppiato in francese. Sono cresciuto leggendo i sottotitoli del film”. E a proposito di Avellino spiega di aver sempre amato “le città circondate da montagne”
E oggi sarà ancora grande cinema con l’omaggio a Valerio Mastandrea, tra gli attori registi più acclamati degli ultimi anni. Alle 11.30 sarà presente al Cinema Eliseo alla proiezione del film Se c’è un aldilà sono fottuto. Vita e cinema di Claudio Caligari, di Simone Isola e Fausto Trombetta. Un rapporto, quello professionale tra Caligari e Mastandrea, cominciato con L’Odore della Notte di Caligari e proseguito con l’ultimo film del regista romano, Non Essere Cattivo prodotto da Mastandrea. Nel pomeriggio, alle 17, la masterclass per la quale c’è già il tutto esaurito. Seguirà la proiezione del film Ride, che segna il debutto dietro la MdP di Mastandrea nel 2018, per il quale ha vinto il Nastro d’Argento al miglior regista esordiente l’anno successivo.