«L’Italia intera si sta lentamente svuotando: a pagarne le conseguenze sarà soprattutto il Sud. Lo confermano i dati e lo ribadisce con forza il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che in un recente intervento ha definito il calo demografico “una delle più gravi emergenze del Paese”, con effetti devastanti sul piano sociale, economico e finanziario. Il quadro tracciato è preoccupante: entro il 2080 il Mezzogiorno potrebbe perdere fino a 8 milioni di abitanti». Rilancia così l’allarme Giacomo Rosa, presidente della Svimar, l’associazione che da anni è mobilitata nelle regioni meridionali italiane per tenere alta l’attenzione sull’inarrestabile fenomeno delle partenze, assieme a quello della denatalità, che stanno impoverendo i territori di risorse umane e dunque economiche e sociali.
«Entro il 2050, la popolazione del Sud potrebbe ridursi di 3,4 milioni di persone, per arrivare a quasi 8 milioni in meno entro il 2080. Un declino che mette a rischio la tenuta dei servizi pubblici, a partire da scuola, sanità e previdenza, con un impatto diretto sui conti dello Stato e sulla sostenibilità del debito», continua il presidente Rosa che aggiunge: «Noi di Svimar conosciamo i dati. Sono allarmanti. Tocchiamo ogni giorno con mano la triste e drammatica realta. Da anni la Svimar, Associazione per lo sviluppo delle aree interne del Mezzogiorno d’Italia, lo sta denunciando. Ormai siamo alla desertificazione. Il collasso è vicino. Bisogna intervenire subito con politiche mirate, con una legislazione differenziata, con una fiscalità di vantaggio, e ancora, incentivare le nascite con un contributo mensile di 800,00 alle mamme dal concepimento fino al raggiungimento dei 5 anni di età del bambino».
Un capitolo su cui l’associazione si sta battendo fin dalla sua nascita, la necessità di dotare i territori di servizi e infrastrutture. Una politica, questa, spesso inattuata, soprattutto nelle aree interne. La logica dei numeri vince solo nelle aree urbanizzate e costiere. E dunque, l’invito della Svimar è di ascoltare le parole del Capo dello Stato Sergio Mattarella «pronunciate non a caso in ogni intervento pubblico ma che nessuno ascolta, ovvero riattivare e mettere in esercizio tutte le vecchie tratte ferroviarie secondarie che qualche “demente” ha avuto la brillante idea di chiudere all’esercizio».
Altro esempio? Se si incentiva lo smart working, si favorisce l’esodo dei cittadini dalle grosse conurbazioni urbane e dalle periferie urbane verso i borghi delle aree interne. Sono tutte tracce che la Svimar consegna in ogni occasione, nei confronti pubblici come negli incontri istituzionali e nelle sedi di Governo. Il ministro Giorgetti, che ha sollevato un’emergenza ormai cronica, quella dello spopolamento specie nel Sud Italia, ha anche attaccato la politica “che ignora” una questione di così vasta portata. Un allarme consegnato in audizione alla commissione parlamentare sugli effetti economico e sociali devitanti dalla transizione in atto.
«Non c’è più tempo da perdere – conclude il presidente Svimar Giacomo Rosa- Finalmente, però, qualcuno inizia a prendere coscienza della drammaticità della situazione. Lo ha fatto un ministro autorevole. Serve un cambio di paradigma, non bastano più bonus e incentivi per fermare l’emorragia dei giovani e delle famiglie in fuga, mentre i paesi si desertificano».