di Vera Mocella
Parlare di legalità in una società che sembra aver smarrito i cardini etici che rendevano solida la sua struttura, in un mondo in cui il disimpegno etico sembra pervadere tutti i gangli sociali, il libro “Poteri occulti”, scritto da Luigi De Magistris, magistrato protagonista di importanti inchieste, sempre in prima linea nella lotta contro il crimine ed i comportamenti mafiosi che allignano nel nostro Paese, è una sferzata alle coscienze fiacche ed intorpidite. A parlare di un tema così scottante, oltre all’autore, il giornalista Francesco Pionati, il penalista Gianfranco Jacobelli, Rosanna Repole, sindaco di Sant’Angelo dei Lombardi, Tony Lucido, presidente della Pro Loco “Alta Irpinia” di Sant’Angelo dei Lombardi, nella piazzetta antistante la Pro Loco. A moderare il dibattito, la giornalista Ivana Picariello, del “Corriere dell’Irpinia”. «Questo è un libro – verità- ha argomentato Picariello – scritto con coraggio, con il piglio del parlamentare, ma anche con il taglio del giornalista. Proprio queste sono ore febbrili per quel che riguarda le aree interne, (progetto Snai, progetto pilota), che sono divenute degli “hospice all’aperto”, come ha detto Franco Arminio. In ogni pagina, si ritroverà la parola costituzione congiunta al termine “democrazia”. De Magistris parla di libertà costituzionale, minacciata da potere politico e mafie. Di golpe reiterato, continuo, di poteri occulti, di questioni sociali che vengono negate. E’ allarmismo o fotografia della realtà?» Questa la prima provocazione scaturita dal libro di De Magistris, da cui si sono dipanate analisi acute e riflessioni sulla situazione non solo delle nostre aree interne, ma dell’intero Paese.
Stringente la replica di Jacobelli: «E’ una riforma giusta quella che stanno varando? E’ una giustizia giusta?» Ed ancora, riallacciandosi al territorio «S. Angelo è la città del senatore Criscuoli, dove si operava la buona politica. Come afferma il filosofo Cacciari” Non esiste la legge buona per scelta, esiste quella buona per fortuna”. De Magistris ha pagato un prezzo altissimo per la magistratura. Si discute di zone interne, ma non ci sono più i politici che si interessano al territorio. La Campania è bloccata dalla camorra. Vanno scosse le coscienze dei cittadini. Mi chiedo: esiste un piano per chi se ne va da queste zone? Dobbiamo sfatate il mito che questa è una provincia che ha avuto i magnifici sette. Certo che esistono i poteri occulti, ci sono sempre stati. Non esistono più i valori forti che reggevano le scuole, gli enti pubblici. S. Angelo finirà, Rocca finirà, se non reagiamo. L’unica scelta possibile è quella di affidarci a valori saldi, o non resisteremo a questa piena che dilaga.»
Appassionato anche l’intervento di Lucido, che ha sottolineato come De Magistris si sia sempre battuto per smascherare centri di aggregazioni criminali. «E’ stato il più votato d’Italia, dopo Berlusconi – ha affermato il presidente della Pro Loco – eletto con oltre il 70 per cento del consenso, si è fatto interprete dei bisogni reali della gente. La memoria serve a formare le coscienze, il governo ha detto che bisogna attivare il “dolce morire”, l’eutanasia delle zone interne, ma noi dobbiamo combattere per il nostro territorio, già impoverito di centri nevralgici, come il tribunale». Non si sottrare Pionati alla scomoda domanda se i poteri occulti siano in grado di manipolare anche l’informazione: «I poteri occulti ci sono. È necessario lanciare un allarme continuo, perché il mostro è sempre in agguato. La paura è che proprio questo allarme continuo possa portare ad assuefazione. E’ in atto un tentativo di golpe perenne. Esiste un condizionamento capillare dell’opinione pubblica, per giustificare quello si fa. Un esempio lampante è quello di Trump, che è riuscito a manipolare l’opinione pubblica per essere eletto. Per quanto riguarda le zone interne, oggi ci troviamo di fronte a comuni ben ricostruiti, ma vuoti. La grande industria è andata in crisi. Non possiamo essere una società assistita. Le risorse le dobbiamo trovare al nostro interno. Dobbiamo provvedere noi a trovare delle strade di sviluppo. Nelle nostre zone interne c’è stata poca delinquenza, perché c’era scarso bottino da depredare. Dobbiamo darci da fare per trovare strumenti di crescita economica ed una classe dirigente degna di questo nome».
E’ ancora Jacobelli ad intervenire: «I tribunali si mantengono in una crisi della giustizia. Il cittadino è totalmente disinformato. Viviamo in uno stato di polizia che ha un paravento di giustizia. Dobbiamo difendere il territorio. Dobbiamo darci da fare perché le zone interne possano rinascere.» Anche il sindaco Repole si è soffermato sul problema delle zone interne, asserendo che la fotografia di queste aree è impietosa, ma non deve indurci alla rassegnazione e che dobbiamo pretendere di avere gli stessi diritti delle altre parti d’Italia, sottolineando la necessità di fare rete, come già sta avvenendo.
Appassionato l’intervento conclusivo di De Magistris, in un dibattito che è stato avvincente ma, nello stesso tempo, drammatico: « Noi abbiamo la Costituzione più bella del mondo, ma anche la meno attuata. Viviamo in un assetto verticistico del potere, che vuole che il diritto sia un privilegio e che il cittadino diventi suddito. Non siamo riusciti a ricostruire verità e giustizia – ha ribadito – nel vortice di eventi criminosi che si sono succeduti in Italia, quali la strage di Piazza Fontana, il delitto Moro, la strage di Capaci, Gladio, passaggio dalla seconda alla terza Repubblica. I poteri occulti sono sempre stati attenti al controllo delle risorse strategiche del Paese, come dimostra l’emblematico caso Mattei, che lavorava affinché l’energia rimanesse in mano pubblica e non cadesse nella spirale incontrollabile del maneggio e del profitto. Mattei venne ucciso per evitare che l’Italia potesse esercitare un ruolo geopolitico nel Mediterraneo. Prendiamo, ad esempio, la strage di Piazza Fontana: siamo in pieno 68. Viene scelta, strategicamente, Milano. Verranno accusati della strage due anarchici: Valpreda e Pinelli. Ma da dove viene la soffiata? Dagli Uffici interni. In realtà, la strage sarà architettata dai neo – fascisti. Passiamo ad un caso emblematico come quello di Aldo Moro, chi afferma che non sia stato un golpe, non ha mai letto le carte di questo caso. Lo statista democristiano viene sequestrato in un giorno in cui in Parlamento si vota per l’accordo Democrazia Cristiana e Pci. E’ stato ampiamente dimostrato che Moro non è mai stato cercato. Moro doveva morire. Dalla Chiesa dette indicazioni precise a Cossiga su dove fosse recluso il politico democristiano, ma Cossiga doveva dar conto ai “santi in Paradiso”, per usare una amara ironia. Ed ancora il susseguirsi di tanti delitti, Paolo Borsellino era da tutti considerato “un morto che cammina”, ma niente è stato fatto realmente per proteggere la vita di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino, ritenuti personaggi scomodi dalla magistratura stessa. Non si è mai presidiata la casa dove Borsellino andava a trovare la madre, ogni domenica, non si è mai attuata una rimozione delle auto in sosta lì davanti. A Falcone, non è mai stata concessa una scorta. Gli stessi personaggi che hanno decretato la loro fine, erano in prima linea ai loro funerali. Che cosa sarebbe stato il nostro Paese se Moro non fosse stato ucciso? Se si fosse realizzata la coalizione da lui auspicata? Così come la strage di Capaci è stata un atto politico. Anche il caso della strage più devastante, per numero di vittime, quella di Bologna dell’ottanta, avvenuta tra il sequestro Moro e la scoperta della Loggia P2, è imputabile ai neo fascisti, alla loggia massonica P2 e ai servizi segreti. Settori significativi della magistratura e delle forze dell’ordine agirono come braccio operativo per preservare se stesso ed i propri privilegi. Quale antidoto è allora possibile per arginare i poteri occulti? L’antidoto è la Costituzione stessa. I Padri costituenti hanno preso in considerazione che la Costituzione potesse non venire attuata? Il secondo comma, dell’articolo 3 della Costituzione afferma il principio di uguaglianza sostanziale, impegnando la Repubblica a rimuovere tutti gli ostacoli, di ordine economico e sociale, che limitano la libertà e l’uguaglianza dei cittadini. In Italia, esistono profonde disuguaglianze. La Costituzione è il battito cardiaco della Repubblica. Noi possiamo, nel nostro piccolo, essere i promotori di una rimozione pacifica, culturale, di tutti gli ostacoli che impediscono la realizzazione auspicata dai Padri costituenti. Mi professo un credente eretico, con la stessa indignazione con cui Gesù ribaltò le bancarelle dei mercanti nel tempio, così noi possiamo lottare per una società più giusta ed umana, rimuovendo gli ostacoli occulti.»