L’evento pandemico che da un anno e mezzo a questa parte ha sconvolto e continua a sconvolgere il mondo si è innestato su di una situazione socio-economica già deteriorata (ed in alcune aree, tra cui la nostra, fortemente deteriorata), andando ad accelerare un processo di ripensamento dei principali paradigmi produttivi, sociale, amministrativi e politici che regolano le nostre società post-industriali. Il Covid-19 ha obbligato a ripensare gli equilibri politico-economici e sociali, andando a rappresentare l’occasione per effettuare cambiamenti, alcuni mirati ed altri più generali, volti a dare sollievo a squilibri che ormai avevano da tempo arrugginito i meccanismi che regolano il funzionamento delle principali economie, Italia in primis. Da qui, la necessità di un deciso cambio di passo connesso alle principali dinamiche e tematiche che interessano anzitutto l’Italia (pensiamo alle infrastrutture, alla ricerca, alla transizione ambientale e digitale, alla riforma fiscale e della PA), e conseguentemente le varie Regioni e Province sparse sul territorio.
Questa forte esigenza è stata individuata dalla Provincia di Avellino con evidente anticipo, perfino rispetto ai tempi riscontrati rispetto all’invio del Piano Nazionale di recupero e Resilienza (PNRR) redatto dal Governo Draghi in ottemperanza delle indicazioni fornite dalla Commissione Europea nel quadro del documento definito Next Generation EU (di cui fa parte quello che comunemente è noto come Recovery Fund). Infatti, l’Ente ha provveduto a conferirmi l’incarico, sulla falsariga del PNRR (che ha seguito in maniera quasi pedissequa gli orientamenti di NGEU adattandoli alla realtà italiana), di redigere il Piano Strategico di Sviluppo e Recupero per l’Irpinia (PSRSI), vero e proprio documento programmatico che traccia le linee guida elaborate dalla Provincia di Avellino allo scopo di definire in maniera organica e sistemica la pianificazione degli interventi a valere sui fondi previsti nella cornice definita dal piano europeo Next Generation EU, ma pensati specificamente per la realtà irpina. Difatti, lo schema che sta alla base del PSRSI ha previsto un’analisi del territorio in senso geografico, economico, culturale e sociale, invitando a tenere conto, nell’elaborazione dei progetti, delle specifiche necessità legate ai singoli contesti riscontrati a livello infra-provinciale, e poi ha provveduto ad elaborare dei macro-progetti guida, ispirati alle linee programmatiche europee e nazionali, programmati su di una visione di medio-lungo periodo ed impostati sui canoni dello sviluppo sostenibile, cornice entro cui sviluppare i progetti locali.
Scopo della predisposizione di tale documento è infatti quello di evitare la riproposizione di schemi legati all’elaborazione di progetti ed interventi slegati dalle logiche che hanno guidato la redazione del PNRR e di NGEU: da qui, la necessità di un’impostazione “a matrice”, che riorganizzi in maniera sistemica le programmazioni locali inserendole in un contesto armonico non solo in senso locale, ma addirittura nazionale ed europeo, con l’obiettivo di fare rete e dare un peso specifico maggiore alle stesse.
In particolare, sono da ricordare due elementi che caratterizzano la redazione del PSRSI: anzitutto l’elaborazione di uno spaio virtuale in cloud di raccolta e classificazione, che ha rappresentato uno strumento cardine cui gli enti Comune hanno fatto riferimento per l’inserimento dei propri progetti, ed in cui si è provveduto a verificare la congruità degli stessi con la struttura a mission che caratterizza il PNRR.
In secondo luogo, è da rimarcare la peculiarità che caratterizza il PSRSI, vale a dire la predisposizione di un Master Plan, contenente n. 15 proposte progettuali individuate secondo le linee proposte, afferenti all’Ente e legati a progetti di livello interprovinciale, come ad esempio EcoFoodFertility, che concerne la creazione di centri di ricerca e sviluppo per soluzioni connesse alla problematica della salute (umana ed animale), oppure ad una cornice prettamente provinciale, ma con ricadute anche regionali, come quelli legati alla produzione di energia sostenibile (come “Irpinia Evergreen”), alla gestione smart della risorsa idrica (“Gestioni reti Idriche”), alle applicazioni riferite a tecnologie di frontiera (IoT, AI, etc.) come “Innovation System”, o anche alle infrastrutture ed ai trasporti (“Territorial transformation” e “New Mobility”).
La Provincia di Avellino potrà dunque, grazie anche al PSRSI e nell’ambito del PNRR, giocare un ruolo proattivo duplice: non solo proponendosi come interlocutore privilegiato del territorio irpino nei confronti dei Ministeri, ma anche agendo da coordinatore degli interventi locali, in entrambi i casi in ossequio alla natura di Stazione Unica Appaltante assegnatale dal codice degli appalti, che secondo il DL Semplificazione di recente approvazione prevede l’allargamento delle modalità di acquisizione da parte dei comuni non capoluogo (con riferimento a forniture di beni, servizi e lavori) anche attraverso l’Ente Provincia. Un vero e proprio Hub, quindi, per procedere ad una razionalizzazione degli interventi con lo scopo ultimo di impostare un cammino di recupero e sviluppo dell’area irpina, adoperandosi al contempo per archiviare quell’approccio, impostato sul breve o brevissimo periodo, tipico del passato più o meno recente, che ha visto una eccessiva frammentarietà dell’azione politica ed amministrativa, e garantendo il raggiungimento degli obiettivi prefissati in sede comunitaria.
di Giancarlo Senese
Coordinatore del PSRSI incaricato dalla Provincia di Avellino