Ognuno di noi, alzando gli occhi al cielo in una notte serena e vedendo tutte quelle luci nella volta celeste si è domandato: “Da dove viene tutta questa meraviglia che ci circonda?” E il sentimento che prova è meraviglia mista a stupore. Da questa domanda, che gli riecheggia nella mente fin da bambino, nasce “Il racconto delle origini” di Michele Zarrella, ingegnere, astrofilo, presidente dell’Istituto Italiano di Studi Gesualdiani e presidente di Astronomia Moderna.
“Una domanda atavica – spiega Zarrella – che si sono poste anche le generazioni che ci hanno preceduto e che si porranno quelle che ci seguiranno. Alle risposte mitologiche e/o fantasiose si contrappongono le ragioni della scienza, che è in grado di spiegare da dove vengono quelle luci, da dove veniamo noi e da dove viene l’intero Universo, rivoluzionando tutti i vecchi racconti delle origini”
Zarrella ribadisce come “Dal 2012, con la scoperta del bosone di Higgs, i libri di fisica vanno riscritti, perché la scienza ci dice come si è formata la materia che vediamo intorno fin dai primi istanti dell’Universo, cioè 13 miliardi e 800 milioni di anni fa. Il bosone di Higgs è stato decisivo per dare una struttura al nostro Universo. Ha organizzato splendidamente il nostro mondo materiale, costruendo proporzione e armonia, ma, attenzione, anche fragilità, dicendo che la massa non è una proprietà intrinseca della materia, ma una proprietà acquisita, il risultato di una interazione, di una dinamica. E qui gli scienziati si sono fatti la domanda: “Che tipo di equilibrio regge questa condizione del vuoto elettrodebole? In che stato si trova tale dinamica?” Ed hanno fatto una scoperta sorprendente e inaspettata. Tutta la materia è fragile; tutte le strutture materiali, montagne, pianeti, stelle, galassie sono fragili; l’Universo intero è fragile.
Questo comporta trasformazioni profonde che riguardano il modo di vedere la nostra vita e di considerare la stessa da un’altra prospettiva: quella cosmica. Perciò il racconto delle origini fatto dalla scienza moderna deve essere conosciuto quanto prima da ognuno di noi: perché saremo tutti chiamati a decidere il destino della nostra specie. E, perché ciò avvenga in maniera cosciente, abbiamo bisogno di sapere da dove veniamo, chi siamo, dove stiamo andando e in quale gigantesco, fragile Universo viviamo. Abbiamo bisogno di conoscere la storia delle nostre origini, perché è sul racconto delle origini che si tiene ben salda una società.
Il nuovo racconto delle origini che ci dà la scienza moderna non ha perso poesia, anzi: un Universo nato dal vuoto, ordinato dal caso, regolato da leggi invisibili, e capace di generare la vita, la coscienza e la meraviglia, supera la più fervida immaginazione mitologica e/o hollywoodiana. Capire tutto questo significa celebrare l’intelligenza umana, il nostro bisogno di sapere e la bellezza profonda dell’essere parte di un cosmo così straordinario. Un tempo ci pensavamo al centro dell’Universo. Oggi sappiamo di essere una fragile meteora nel suo buio immenso. Ma forse, proprio per questo, ancora più preziosa, da rispettare e prendersene cura”.