Esplora il sacro che c’è nella quotidianità Franco Arminio, nel segno di un percorso avviato da tempo attraverso la sua ricerca poetica. Lo fa con la sua nuova raccolta di poesie “Sacro minore”, Einaudi, in uscita il 7 marzo. Versi che raccontano il sacro dei nostri corpi che si incrociano, e si incastrano, e si allontanano, quaggiù sulla terra. Il volume sar presentato il 7 marzo, alle 18, a Caposele a Casa Houston
«La poesia di Arminio – spiega Andrea Di Consoli – nasce tutta nel “qui” dei corpi e della geografia. In questo libro la sua scrittura commossa e spaventata evoca un possibile altrove che, riuscendo impossibile, viene tirato giù in un realissimo “qui”, costretto a svelarsi e adattarsi nelle pieghe di queste nitide immagini avvolte da un’umile bellezza. Sacro è per definizione ciò che ha importanza suprema per un suo misterioso legame con il trascendente. Non potendo vedere ciò che non esiste, Arminio ha costruito con Sacro minore un calibrato e assai originale breviario poetico con l’intento struggente di affermare il sacro unicamente con quello che c’è intorno a noi: un filo d’erba, una lumaca, una radiografia. Così dicendoci che non solo è possibile ripensare il sacro, ma anche imparare a pregare”.
Anche il più piccolo essere vivente sulla terra ci racconta di un universo altro, fatto di fede e preghiera, ci ricorda come ogni creatura sulla terra sia preziosa e di come abbiamo bisogno gli uni degli altri per sopravvivere. Un universo che richiama l’infanzia, gli affetti perduti ma anche la meraviglia del vivere che spesso dimentichiamo, legata ad un’alba, all’incontro con un cucciolo, ad una chiacchierata al bar, ad un sorriso insperato. ” Sacro era mio padre/che non amava andarsene a dormire/gli era caro il sonno sul tavolino ” scrive Arminio. O ancora “Sacro è che non sei morto stamattina”