Site icon Corriere dell'Irpinia

Il sottosegretario Del Mastro e le Opere di Misericordia

Il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, durante la cerimonia per il 25esimo anniversario del Gruppo operativo mobile della Polizia penitenziaria (Gom) nella scuola di formazione dell'amministrazione penitenziaria ''Giovanni Falcone'', Roma, 20 febbraio 2024. ANSA/ETTORE FERRARI

Fiorenzo Iannino

In più di una occasione il sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro ha orgogliosamente rivendicato il suo essere cattolico. Peccato (è proprio il caso di dirlo) che di recente abbia perso l’occasione di dimostrarlo. La vicenda è nota: in prossimità del ferragosto si è recato nel carcere di Taranto per salutare ed ascoltare esclusivamente gli agenti penitenziari, evitando accuratamente di compiere una sia pur fuggevole capatina tra le celle perché, sue testuali parole, non intendeva ‘inginocchiarsi alla Mecca dei detenuti’. Tralasciando il vespaio di polemiche innescato da tale dichiarazione, sorge spontanea la domanda: è autentico cristiano colui che, pur avendone l’opportunità, evita di ‘visitare i carcerati’, cioè di compiere una delle fondamentali ‘opere di misericordia’ contemplate dal Vangelo? In più di una occasione papa Francesco ha ribadito: ‘Gesù non ha dimenticato neppure i carcerati’. Evidentemente, il sottosegretario è un po’ più smemorato.

Exit mobile version