Terzo mandato, dal Trentino a Napoli, passando per il Veneto. C’è di mezzo la Consulta. Dalla Lega, da Luca Zaia a Vincenzo De Luca il fronte del sì. Ma il consenso è trasversale. Ed è il centrodestra o meglio FdI a spaccarsi dopo che due consiglieri provinciali di Fratelli d’Italia hanno votato sì al ddl della Lega, il “Salva (Maurizio) Fugatti”, Presidente della Provincia autonoma di Trento.
“Tradimento, FdI non è un taxi elettorale”, ammonisce il deputato meloniano e coordinatore del partito in regione, Alessandro Urzì. Un punto per il Carroccio. Per i dem è “castrazione della democrazia”. Intanto “i patrioti ribelli”, Carlo Daldoss e Cristian Girardi, si dimettono da FdI. Lo scontro nel centrodestra nel consiglio della Provincia autonoma di Trento.
“Abbiamo votato da consiglieri liberi nell’interesse del Trentino”, spiegano Daldoss e Girardi: “Nel corso del tempo, abbiamo constatato con dispiacere che le nostre ripetute osservazioni sulla necessità di un approccio più attento alle dinamiche locali e svincolate da imposizioni troppo verticistiche non sono state recepite”.
Ma Urzì incalza: “I tradimenti sono sempre personali perché sono sempre legati a scelte personali. Fratelli d’Italia invece rappresenta un interesse dell’intera comunità, non di singoli. E questo continueremo a rappresentare. È sempre un cattivo spettacolo per la politica la scelta di chi monta su Fratelli d’Italia prima delle elezioni, come montasse su un taxi, per farsi eleggere e poi scendere alla prima fermata. Sono questi i comportamenti che allontanano i cittadini dalla politica. Ne prendiamo atto, ma ribadiamo che nulla cambia ed anzi forse tutto questo potrà aiutare a dare una crescita pulita al partito e a chi rimane fedele ai suoi valori”.
Per il Pd, “ciò che è successo in aula è espressione dell’ambizione di rimanere e proseguire nei propri incarichi. Non stupisce che ancora una volta si cerchi di modificare i modelli culturali ed elettorali per poter validare la possibilità di un Terzo mandato. C’è una ragione al fatto che i mandati possibili siano due: si tratta della possibilità del ricambio democratico e di concorrere assieme a evitare che si generino meccanismi di oligopolio. Viviamo in un’epoca che vede un astensionismo di massa e una disaffezione alla politica, ciò è correlato alle responsabilità stesse che la politica ha e ha avuto. Questo percorso non è un buon esempio nei confronti della comunità”