di Rodolfo Picariello – Un forte e accorato appello affinché ci siano regole certe e vengano affidati ai sindaci maggiori poteri sulla questione relativa la programmazione per la localizzazione di impianti di energia rinnovabile. Questo in sintesi il documento presentato ieri da 30 sindaci in rappresentanza di 223 primi cittadini di ogni parte d’Italia, per la Transizione Energetica, presso il Senato. Non si ferma l’attività del comitato di sindaci, “Coalizione Tes”, per avere regole certe nel settore ed evitare una sorta di bosco di impianti eolici che sotto vari aspetti causano disagi ai cittadini.
Nel comitato sono presenti ben tre sindaci irpini, Michele Di Maio, Calitri, Carmine Ciullo, Frigento e Marcello Zecchino, Montaguto. La Campania è rappresentata anche da un quarto sindaco, Raffaele Di Lonardo, Guardia Sanframondi, provincia di Benevento. Accomunati da uno stesso problema con gli oltre 200 primi cittadini di Comuni italiani che subiscono l’invadenza degli impianti. I sindaci ribadiscono nel documento che «sono a favore delle energie rinnovabili», ma chiedono di essere posti in condizione di non subire il consumo di suolo. E questo causa disagi anche sotto l’aspetto visivo e uditivo.
Ricordano anche che «sono stati completamente messi da parte da ogni decisione sulla localizzazione degli impianti di energia rinnovabile – e aggiungono -. Le nuove forme di energia verde, in particolare le risorse solari ed eoliche costituiscono un’importante risorsa per la tutela dell’ambiente globale, ma anche una sfida alla capacità di integrazione e tutela del paesaggio italiano». E, quindi, si ritiene che bisogna «pensare ad una convivenzaarmoniosa di due elementi, stabilendo una serie di principi che consentano di tutelare la storia ed il progresso tecnologico». Il comitato dei sindaci ritiene ancora che la transizione energetica sia partita in Italia sotto i peggiori auspici impedendo alle comunità locali di incidere sull’ubicazione degli impianti.
E si ricorda ancora che sono i sindaci coloro i quali conoscono i territori. Non a caso i sindaci di Comuni irpini che vengono, per dir così, presi di mira, sono di Calitri, Frigento e Montaguto, già segnati e che rischiano di vedere i loro territori ancor più colpiti. Purtroppo, come si ricorda nel comunicato, «le leggi emanate in materia energetica stanno favorendo un settore economico privato, per grandi guadagni realizzabili con bassi rischi d’impresa vista la notevole mole di incentivi pubbliciricadenti sulle bollette elettriche dei cittadini e sulla fiscalità generale». Si parla di Far West senza programmazione pubblica in cui sono stati presentati seimila progetti per grandi impianti industriali, ritenuti “impattanti” «senza nessun riguardo per gli aspetti ambientali tutelati in contrasto con la vocazione dei territori interessati».
Tutto ciò non piace ai sindaci che lavorano per promuovere i propri territori sotto l’aspetto neo gastronomico di eccellenza, e sotto l’aspetto turistico. Tutto ciò porta a pensare che «i progetti in questione non siano volti al bene comune». E di fronte a questa situazione i sindaci chiedono «che la produzione e la distribuzione ell’energia ridiventino un servizio pubblico essenziale con progettazione e programmazione degli impianti gestiti in maniera trasparente…Solo enti pubblici collettivi rappresentano l’interesse generale».
E quindi si chiedono interventi finalizzati alla riduzione degli sprechi energetici attraverso l’ubicazione degli impianti presso aree dismesse che esistono e non causano disagi e danni. Questo a livello generale. Il sindaco di Montaguto Marcello Zecchino, condivide interamente i contenuti del comunicato tuttavia chiede di «inserire nell’agenda dei lavori oltre l’impatto percettivo sul paesaggio anche le problematiche legate all’impatto geologico con le alterazioni dei reticoli idrografici dei territori interessati dalla realizzazione degli impianti».
Zecchino governa un territorio molto sensibile, ricordiamo la frana che più volte ha minacciato la popolazione, e quindi è molto sensibile sotto questo aspetto all’impatto che gli impianti potrebbero avere. Ma nel suo intervento il sindaco di Montaguto sottopone un aspetto ulteriore. E cioè che «il vento deve essere considerato come una fonte energetica, occasione di sviluppo e manutenzione di un territorio». Ricorda insomma che esistono le “royalities”, compenso riconosciuto come corrispettivo delle concessioni da utilizzare commercialmente. Ecco perché il vento deve essere considerato come occasione di sviluppo.