“Anche quest’anno gli incendi stanno producendo danni incalcolabili nel Parco del Partenio, ma non solo, le conseguenze sono devastanti per il patrimonio ambientale e faunistico mentre aumentano i rischi legati a fenomeni di dissesto idrogeologico, verificatisi già in passato vista la conformazione della montagna“. È quanto afferma Tony Della Pia, segretario di Rifondazione Comunista Federazione Irpinia.
“Ieri noi stessi abbiamo potuto verificare da vicino l’aggressività delle fiamme e riscontrare il grande senso di civiltà di privati cittadini che immediatamente si sono attivati per scongiurare conseguenze peggiori anche per le abitazioni, affiancando protezione civile e vigili del fuoco che, come sempre, svolgono un lavoro eccellente senza risparmiarsi mai; apprezziamo anche l’attenzione dimostrata doverosamente dai rappresentanti dell’amministrazione comunale di Mercogliano.
Detto ciò, non possiamo non rivendicare quanto denunciato già in passato; infatti, dal punto di vista legislativo la riforma della legge quadro sulle aree protette – Parchi – ha lanciato segnali devastanti riguardo all’abbassamento del livello di guardia inerente alla protezione territoriale che nei fatti, tagliati i necessari fondi pubblici, è delegata all’iniziativa dei privati.
Parimenti la soppressione del Corpo Forestale dello Stato ha privato i territori di ottomila sentinelle che, conoscendoli ed essendo addestrate, erano le prime a intervenire nelle opere di prevenzione e di spegnimento.
A tutto ciò c’è da aggiungere che i comuni non detengono o non aggiornano il registro degli incendi, favorendo così la violazione o l’elusione dei vincoli decennali sulle aree incendiate e raramente impongono il rispetto delle ordinanze sul taglio delle erbe e l’eliminazione di tutte le situazioni che possono innescare o far propagare un incendio.
A tal proposito riemerge il ruolo degli operatori idraulico–forestali, negli ultimi anni protagonisti di una durissima vertenza legata alle inefficaci progettazioni altrimenti utili e necessarie per debellare incendi e dissesto idrogeologico.
La distruzione del territorio produce effetti nefasti, immediati e futuri, occorre predisporre la mappatura delle aree incendiate e classificarle in base al rischio idrogeologico, individuare iniziative e azioni di prevenzione sia nei territori privati che pubblici maggiormente esposti al rischio incendi, finanziare un piano di pulizia, riqualificazione, rimboschimento, prevenzione del dissesto, progetto che oltre a tutelare il territorio garantirebbe lavoro utile a migliaia di operatori. Serve contrastare duramente speculazioni edilizie e urbanistiche che sovente contrastano negativamente con la conformazione morfologica del territorio. Per concludere, esortiamo le autorità competenti ad aumentare e rendere efficiente la vigilanza. Gli incendi spesso sono di natura dolosa ma non sempre attribuibili ai piromani, ovvero persone malate; esistono interessi privati che di fronte al profitto non esitano a provocare danni irreversibili“, conclude.