Alto Calore, convocata il 21 marzo l’assemblea dei sindaci soci per designare il successore di Michelangelo Ciarcia nel ruolo di amministratore unico della società idrica irpina. Ieri nella sede provinciale del Pd si è tenuto un largo tavolo di confronto tra i riferimenti del partito, il presidente della Provincia Rizieri Buonopane e diversi sindaci per legittimare un percorso comune, non solo sulla vicenda rifiuti, ma anche sul caso giudiziario innescato all’Alto Calore con la sospensione del presidente Ciarcia, ex tesoriere del partito.
Al termine dell’incontro è emersa la ferma volontà di attendere dal tribunale del Riesame un’eventuale riabilitazione nel ruolo di presidente per Ciarcia. La scorsa settimana, il Gip del tribunale di Avellino, Francesca Spella, ha firmato la misura di sospensione dall’esercizio per 12 mesi nei confronti di Ciarcia con l’accusa di indebita compensazione, peculato, fatturazione inesistente e false comunicazioni sociali. Il Gip ha ritenuto necessaria questa misura, considerato l’importante ruolo ricoperto da Ciarcia all’interno dell’ente, sospettando che potessero continuare a porre in essere condotte illecite. L’inchiesta, coordinata dai pm Vincenzo Russo e Luigi Iglio, che avevano chiesto l’arresto ai domiciliari di Ciarcia, fa riferimento ai corsi di formazione professionali riservati ai dipendenti svolti negli anni dal 2019 al 2021 e finalizzati all’acquisizione di maggiori conoscenze tecnologiche. Corsi che non sarebbero mai stati effettivamente svolti, ma che hanno consentito all’Alto Calore di godere di una compensazione tributaria di crediti di imposta per 632 mila euro.
La richiesta di revoca della misura interdittiva è stata respinta dal gip del tribunale di Avellino Spella ed ora si attende il pronunciamento del Riesame sul ricorso presentato dal suo difensore di fiducia, il penalista Nello Pizza (segretario provinciale del Pd irpino). È del tutto evidente che, qualora il Riesame dovesse accogliere il ricorso della difesa, Ciarcia rientrerebbe nel pieno delle sue funzioni, viceversa non potrebbe far altro che dimettersi. E spetterà, quindi, all’ assemblea dei soci, il prossimo 21 marzo, il delicato compito individuare la nuova guida dell’Alto Calore, su cui pende, come noto, una procedura di concordato preventivo innanzi al Tribunale di Avellino, incardinata dopo l’istanza di fallimento avanzata dalla Procura della Repubblica del capoluogo, a seguito dell’accertamento di un’esposizione debitoria di circa 150 milioni di euro nell’anno nel 2021, salita a 200 milioni secondo l’ultimo bilancio.
Michela Della Rocca