Inchiesta Dolce vita, i difensori degli indagati, i penalisti Gaetano Aufiero, Marco Campora, Marino Capone, Luigi Petrillo, Teodoro Reppucci e Giuseppe Saccone smentiscono nuove notifiche e denunciano violazioni del segreto d’ufficio.
La denuncia arriva dopo gli articoli apparsi su un quotidiano cartaceo locale “Dolce Vita, indagini no limits: fari accesi su un nuovo appalto” e, in data 03.02.2025, dell’articolo “Dolce Vita, Sotto la lente i cantieri e i cambi di operatori economici”, nel quale si dava conto di ulteriori accertamenti investigativi in atto su “diversi nuovi affidamenti pilotati” e su “appalti truccati” maturati presso il Comune di Avellino durante la sindacatura del dott. Gianluca Festa, del deposito, da parte degli inquirenti, di atti integrativi d’indagine che “vanno ad aggiungersi agli avvisi di conclusione delle indagini” dell’imminenza della notifica di ulteriori avvisi di conclusione delle indagini e/o di avvisi integrativi di quelli già notificati agli indagati lo scorso mese di dicembre;dell’imminenza di ulteriori informazioni di garanzia in relazione a fatti e soggetti ulteriori rispetto a quelli già oggetto di indagine,rendono noto che, alla data della pubblicazione degli articoli, né agli indagati né ai loro difensori è stato notificato alcun avviso integrativo di conclusione delle indagini, né alcun atto ulteriore rispetto a quelli depositati ex art. 415-bis c.p.p.
“Nel testo dell’articolo del 03.02.2025, inoltre, vengono pubblicati, tra virgolette, stralci di intercettazioni ambientali non contenuti nelle informative sin qui depositate alle difese e di cui, all’evidenza, viene data un’interpretazione del tutto fuorviante, tanto è vero- sottolineano i difensori – che la vicenda amministrativa cui esse ineriscono non è oggetto, sino ad ora, di alcuna formale contestazione da parte degli inquirenti.
“In disparte la riserva di ciascuno degli indagati di agire nelle sedi competenti a tutela della propria onorabilità, gravemente lesa dalle modalità con le quali i fatti asseritamente addebitati vengono loro attribuiti come certi, e mentre risultano ancora inevase le numerose istanze difensive sin ad oggi depositate, volte ad accedere alla documentazione attinente alle intercettazioni ed al loro integrale ascolto, non ancora consentito, i sottoscritti difensori provvederanno a rappresentare quanto appena occorso alla Procura della Repubblica competente, al Comando Generale dei Carabinieri ed al Comando Generale della Guardia di Finanza.
“Essendo necessario, nel caso in cui le notizie da ultimo pubblicate dovessero trovare successiva conferma, compiutamente identificare i responsabili delle presunte rivelazioni del segreto d’ufficio, ovvero, nel caso in cui le notizie pubblicate dovessero essere smentite, è a maggior ragione necessario identificare coloro i quali avrebbero diffuso notizie di reato inesistenti”.