Il Tribunale del Riesame di Avellino, in diversa composizione e in sede di rinvio disposto dalla Corte di Cassazione, ha annullato per la seconda volta il decreto di sequestro del cellulare emesso nei confronti di Gianluigi Marotta, dirigente del Comune di Avellino, accogliendo le tesi difensive del suo legale, l’avvocato penalista Giuseppe Saccone.
Il sequestro, eseguito il 2 settembre 2024 su disposizione della Procura di Avellino, riguardava il telefono cellulare e la relativa scheda SIM in uso a Marotta, indagato per il reato di falso in atto pubblico in concorso con altri soggetti, nell’ambito dell’inchiesta sul Summer Fest. In una prima fase, il Tribunale del Riesame aveva annullato il decreto per insussistenza del fumus commissi delicti; decisione impugnata dal Pubblico Ministero innanzi alla Corte di Cassazione.
La Suprema Corte, con sentenza successiva, ha accolto il ricorso del pubblico ministero, ritenendo astrattamente configurabile il reato ipotizzato in relazione alla determina n. 2528/2023 del Comune di Avellino. Ha dunque annullato l’ordinanza del Tribunale e disposto il rinvio per nuovo esame delle ulteriori doglianze prospettate dalla difesa nella memoria depositata.
Nel giudizio di rinvio, il Tribunale ha esaminato il provvedimento di sequestro alla luce di un consolidato orientamento della Terza Sezione penale della Corte di Cassazione, da ultimo ribadito in una pronuncia dell’ottobre 2024. Secondo tale pronuncia il decreto di sequestro probatorio avente ad oggetto dispositivi informatici o telematici deve essere adeguatamente motivato, pena la nullità. È richiesto, in particolare, che siano specificati almeno per categorie i dati rilevanti ai fini investigativi, le modalità operative per l’individuazione del materiale da acquisire e la durata dell’indisponibilità dei dati non riconducibili al perimetro del sequestro.
Tali elementi, osserva il Tribunale, risultavano del tutto assenti nel provvedimento impugnato, determinandone l’invalidità per difetto strutturale di motivazione. Di conseguenza, in applicazione dei principi indicati dalla giurisprudenza di legittimità, i giudici hanno dichiarato l’annullamento del decreto e disposto la restituzione del dispositivo e della SIM all’avente diritto.
Il sequestro era stato eseguito dai Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino e riguardava due presunti episodi di falso legati agli affidamenti per il concerto di agosto 2023, assegnato a una società con l’esclusiva sugli artisti Achille Lauro, Tananai e Gaia.
Sul summer fest erano state notificate dai carabinieri di Avellino cinque informazioni di garanzia, firmate dal procuratore Domenico Airoma e dal sostituto Paola Galdo nei confronti di imprenditori, esponenti politici all’epoca dei fatti impegnati nella gestione degli eventi, dirigenti e funzionari del Comune di Avellino nell’ambito dell’inchiesta sul Summer Fest 2023. L’ipotesi di reato è falso ideologico commesso da pubblico ufficiale. Oltre alle notifiche delle informazioni di garanzia è stato notificato anche un decreto di sequestro.
L’inchiesta prese il via dopo l’escussione di tre consiglieri di minoranza, come persone informate dei fatti, in Procura: Nicola Giordano, Francesco Iandolo e Dino Preziosi. I tre non avevano presentato esposti all’autorità giudiziaria, ma avevano manifestato i loro dubbi tramite i social network e gli organi di stampa. In particolare il consigliere Giordano in due video su Fb aveva evidenziato le incongruenze nella tempistica della procedura di affidamento del concerto di Achille Lauro, Gaia e Tananai costato 280mila euro. L’organizzazione dell’evento era stata affidata ad una società di Avellino che fino a poche settimane, secondo il codice Ateco, si occupava in prevalenza di somministrazione di bevande e ristorazione.