Sarà il confronto con la scrittrice partenopea Viola Ardone che si interroga sul tema della salute mentale ad inaugurare l’8 febbraio gli “Incontri in Biblioteca”. Viola Ardone sarà ospite della Sala Penta per presentare il suo ultimo romanzo “Grande meraviglia”, pubblicato nel 2023 da Einaudi. Un romanzo di formazione travolgente, ambientato interamente in un manicomio in cui Elba – la protagonista – è nata e cresciuta, per via della madre. Il manicomio è per Elba una vera e propria casa, l’unica abitata fino ad allora, un mezzomondo abitato da matti che sono come dei gatti, gatti da legare, come si legge nell’incipit del romanzo. Una casa in cui cruciale sarà il ruolo del dottor Meraviglia, che cercherà – nonostante le difficoltà e le ritrosie altrui – di far sentire i pazienti, e soprattutto Elba, per la prima volta, normali. Il dottor Meraviglia risponde all’esigenza di ciascun essere umano, “di essere riconosciuti dall’altro, per sentire di esistere”. Un romanzo che diventa anche occasione di riflessione sul problema della salute mentale all’indomani della legge Basaglia “Ci sono ancora luoghi – spiega Ardone – che rischiano di diventare dei «parcheggi», com’erano una volta gli ospedali psichiatrici. Soprattutto, ancora, ci sono trattamenti diversi a seconda del censo e della classe sociale: la povertà fa rima con pazzia. Le persone che possono permettersi delle cure, che possono permettersi di essere seguiti anche privatamente da uno psichiatra, da un’analista o da un terapeuta hanno maggiori possibilità di star meglio e di tornare alla vita normale. Chi non ha grandi possibilità economiche ha più probabilità di finire in una condizione di marginalità”. Il volume va a completare la trilogia dedicata al Novecento, cominciata con “Il treno dei bambini” e “Oliva Denaro”
In mattinata Viola Ardone incontrerà gli studenti del liceo Mancini presso il Polo dei Giovani nell’ambito del ciclo di incontri con gli scrittori. A introdurre il confronto la dirigente Paola Gianfelice. Sono le docenti referenti del progetto del Mancini a sottolineare come “Il romanzo della Ardone riesce ad affrontare il tema della salute mentale con grande efficacia. Ha fatto riemergere una questione ancora aperta e di grande attualità, anche spesso dimenticata per scelte politiche inadeguate. Il suo è anche un omaggio a Basaglia che ha rivoluzionato la psichiatria, lottando una vita intera contro i manicomi, vere discariche umane. Ancora una volta la letteratura può incidere sulla coscienza civile”