Il governo giallo verde sta in piedi per una scommessa con gli elettori che hanno votato i due partiti/movimenti che non hanno nulla in comune fra di loro e si ritrovano al governo del Paese per la marginalizzazione del PD che ha scelto l’Aventino su imposizione di Renzi. Quanto durerà? Alcuni ritengono che non arriverà alle elezioni europee e le crepe stanno già affiorando con continui litigi Altri ritengono che potrebbe durare anche l’intera legislatura se nel Paese non si creeranno soluzioni di ricambio con una radicale trasformazione del PD e se la situazione economica non dovesse precipitare. In tal caso potrebbero tornare i tecnici, o tornare, Dio non voglia, alle elezioni. La Lega ha interesse a continuare un accordo di governo che sta giocando a tutto suo vantaggio. Giannini su Repubblica scrive che per Salvini Di Maio è solo un taxi che egli usa spregiudicatamente salvo a scendere quando non ne avrà più bisogno. Di fatto Il Movimento 5 stelle comincia a logorarsi per le molte promesse non mantenute e che risultano, obbiettivamente, di difficile realizzazione. Comincia a scendere nei sondaggi ed il suo elettorato a protestare, bruciando a Taranto, persino le tessere. L’ascesa della Lega, invece, non pare fermarsi. Secondo i sondaggi ha superato il 34%, raddoppiando i voti rispetto alle elezioni del marzo scorso. Salvini è un ottimo comunicatore e il cavalcare la paura gli sta procurando consensi al di là di ogni più favorevole previsione. Per Di Maio è più difficile cavalcare l’onda lunga delle promesse.
Quando si passa dalla campagna elettorale al governo i totem (no TAV, no TAP, no ILVA e via dicendo) devono sottostare alla real politic ed alla realtà delle cose. E’ facile dire: sconfiggeremo la povertà con il reddito di cittadinanza quando i soldi, insufficienti per 5 milioni di Italiani, sono presi a debito, o moralizzeremo la vita pubblica sconfiggendo la corruzione e tuteleremo l’ambiente quando si fanno nove condoni fiscali con la legge finanziaria e un condono edilizio con il decreto salva Genova! E’ difficile continuare a sostenere che la legge di bilancio è finalizzata alla crescita contro le stime di tutti gli osservatori economici interni ed internazionali che prevedono una crescita del PIL, nel migliore dei casi, intorno all’1%. Intanto nel terzo trimestre siamo a crescita zero, anche se i due bocconiani senza laurea continuano a sostenere che la crescita ci sarà.
Ma c’è un terzo fattore da non sottovalutare ed è la babele di linguaggio dei due partiti. Ognuno parla la sua lingua; va per la sua strada e le due proposte non trovano mai un punto di compromesso e di equilibrio. Giorgetti è perplesso sul reddito di cittadinanza, il ministro leghista Bongiorno è contro la prescrizione dopo il giudizio di primo grado. Su tutto il resto è propaganda: “fuori i partiti dalla RAI, onestà, onestà, asili gratis, chiusura dei campi nomadi, rimpatrio di 600.000 clandestini, rimborsi ai truffati dalle banche e via di seguito. Ognuno parla la sua lingua in una confusione generale. Viene alla mente il “filmetto” – come definiva Fellini il suo “Prova d’orchestra” dove ogni solista suonava il suo strumento non accordandosi con gli altri ma sovrapponendosi e creando un miasma di suoni e ignorando completamente il direttore d’orchestra, nel caso in specie, l’incolore e senza volto Conte che non ha né l’autorevolezza né la capacità di condurre a razionalità una strategia di governo che fa acqua da tutte le parti, lasciando prefigurare un inquietante scenario futuro con una sorte di nuovo autoritarismo, anche se molti si ostinano a ritenere forte la nostra democrazia. Il direttore d’orchestra diceva a chi lo intervistava che, anche complice la televisione: “Ma lei crede che davvero il pubblico capisce la musica? Oggi sono tutti uguali, non c’è differenza!”. E Giorgio Strehler, sul Corriere del 1974, giudicava il film di Fellini: “Amaro, direi disperato e inquietante apologo… che non potrà non lasciare sgomento chi si pone qualche domanda sul mondo in cui viviamo, sulla qualità di questa prova d’orchestra che è nostra che è di tutti i giorni.” Gli artisti, si sa, anticipano la realtà anche di molti decenni!
di Nino Lanzetta edito dal Quotidiano del Sud