L’Irpinia è stretta nella morsa degli incendi. Sono tanti, troppi gli episodi incendiari che stanno mettendo a dura prova il territorio della provincia di Avellino. Su tutti, c’è l’incendio che ha interessato il costone del massiccio del Partenio che costeggia la città di Mercogliano. Solo grazie all’intervento congiunto di volontari, Vigili del Fuoco e Protezione Civile è stato possibile limitare i danni, con oltre 2 ettari di vegetazione distrutti che si vanno ad aggiungere ai circa 300 andati in fumo nell’ultimo mese. Quasi 3 kmq.
Un trend in aumento come testimonia l’ultimo report Ecomafie redatto da Legambiente. Il territorio avellinese si piazza alla 16esima posizione, a livello nazionale, per “incendi boschivi di natura dolosa” collegabili alla criminalità organizzata. Per gli stessi crimini, in Campania è la seconda provincia. Lo scorso anno sono stati 64 gli incendi attribuiti sul suolo irpino alle cosiddette ecomafie.
L’Irpinia si inserisce quindi in un quadro generale che è di per sé già compromesso e la “stagione degli incendi” è iniziata anche con anticipo, un dato che preoccupa gli addetti ai lavori. Secondo il report semestrale dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, nella regione campana dal 1° gennaio gli incendi hanno interessato una superficie di 5kmq, di cui 2kmq ha interessato zone boschive.
Su scala nazionale sono 615 gli incendi per una superficie totale interessata di 221kmq, distribuiti su 12 regioni. Quelle più colpite sono Sicilia, Calabria, Sardegna e Puglia, che contribuiscono per circa l’85% delle aree totali bruciate su tutto il territorio italiano. In particolare, la Sicilia ha il 45% del totale, la Calabria il 20% e la Sardegna e la Puglia il 10% a testa.
A contribuire in maniera determinante è la siccità che ha ormai prosciugato le riserve d’acqua del Mezzogiorno e disidratato ettari ed ettari di vegetazione. E il caldo non mollerà la presa per il momento. Una tempesta perfetta.