E’ stata l’occasione per celebrare il 40esimo anniversario dell’associazione “La Casa sulla roccia” la presentazione del volume del giornalista Rai Piero Marrazzo “Storia senza eroi”. A fare gli onori di casa il sindaco Laura Nargi “Due eventi che hanno tanto in comune e che ci raccontano, in un modo o nell’altro, di successi e di cadute, di coraggio e di redenzione, di esperienze forti che vengono affrontare sempre facendo ricorso ad una grande dignità. É stato bello conoscere di persone il professionista, il politico e l’uomo Marrazzo, ed insieme a lui festeggiare le 40 candeline de La Casa sulla Roccia, che rappresenta un faro per un’intera comunità, un luogo aperto a tutti dove ognuno di noi, con il volontariato, può contribuire e fare la differenza Ringrazio tutti i volontari, i tanti professionisti che collaborano a stretto contatto con le famiglie per tracciare un percorso di rinascita e di resistenza. La passione e l’impegno che mettete in quello che fate è sotto gli occhi di tutti”. A tracciare un bilancio dei 40 anni della Casa sulla roccia il presidente Luigi Vitiello che si è soffermato sull’impegno a sostegno della comunità.
Marrazzo, giornalista e politico, ha raccontato, dialogando con Maria Rosaria Famoso, coordinatrice del Centro antiviolenza Casa sulla roccia e l’avvocato Innocenzo Massaro, la caduta e poi il riscatto dell’uomo spiegando la sua storia personale e le vicende che lo hanno coinvolto fino a indurlo a dare le dimissioni da Governatore del Lazio nel 2009. Era il 23 ottobre 2009 quando si diffuse la notizia che Piero Marrazzo era ricattato da quattro carabinieri in possesso di un video, nel quale veniva mostrato un incontro tra l’allora Presidente del Lazio e una ragazza transessuale. Ha sottolineato come ha fatto fatica a rimettere in sè i pezzi e ritrovare sè stessi “E’ il libro che racconta innanzitutto la storia di una famiglia ma anche uno spaccato della storia della Repubblica. Il caso Marrazzo è solo un pezzo di questa storia. Le cadute caratterizzano ogni esistenza. Ma è chiaro che in questa vicenda sono stata la vittime, mi sono piovute accuse di tutti i tipi. Mi hanno voluto accostare a situazioni che avvengono nel mondo della prostituzione e della criminalità e dello spaccio. In realtà, non sono mai stato indagato e non mi è mai stato recapitato un avviso di garanzia, Nessuno ha mai riflettuto su come la sessualità possa essere usata come strumento di potere. Lo è stato contro di me, come lo è ogni giorno contro le donne, i trans e le persone della comunità LGBTQI+. C’è stata una fetta della politica e del giornalismo che ha tentato di inquinare la verità, Ma non ho mai messo in discussione il giornalismo. Perchè lo considero un pilastro della democrazia. E ancora oggi c’è bisogno, in una professione cambiata, della capacità di interpretare i fatti”. Confessa di avercela “fatta solo grazie alle mie figlie. Sono state loro ad aiutarmi a superare il dolore e il senso di colpa”. Ad emergere segreti della sua famiglia che sembravano sepolti nel passato. A partire dalla rivelazione che sua madre aveva avuto due matrimoni e che suo fratello Riccardo, scomparso prematuramente, avesse un padre di cui si erano perse completamente le tracce.