La diocesi di Avellino celebra il Santo Patrono nel segno di fede e tradizione. Si comincia, alle 11, con la celebrazione della Santa Messa, presieduta dal vicario generale e animata dai bambini e dai ragazzi della comunità della cattedrale del Cuore di Mario e del SS Rosario. Al termine della celebrazione saranno benedetti i tronchetti di legno in onore di San Modestino. Seguirà, alle 12, l’accensione del focarone di San Modestino. Alle 18 sarà il vescovo ad officiare la celebrazione eucaristica con il rito dell’ammissione agli ordini sacri.
Le reliquie di Modestino, Fiorentino e Flaviano furono rinvenute nel 1166 a Mercogliano e da qui trasportate al capoluogo. Fu il rinvenimento delle reliquie dei primi martiri d’Irpinia, i Santi Modestino, Fiorentino e Flaviano, voluto dal Vescovo di Avellino Guglielmo il 10 giugno 1166, in località Urbiniano, nei pressi di Valle, tra Avellino e Mercogliano, a elevare S. Modestino a principale Patrono di Avellino, martirizzato unitamente ai Compagni il 14 febbraio. Da quell’anno il culto per il Santo si rafforzò nel capoluogo e a Mercogliano. “Una sfarzosa processione – ricorda lo storico Andrea Massaro – si snodava per la città seguita dalle principali autorità e dal clero, tutti avvolti nei ricchi e paludati abiti del Rinascimento e dei ricchi drappeggi del Barocco. Il Sindaco, scortato dagli archibugieri, unitamente al Vescovo, apriva il corteo seguito dal variopinto seguito recante il busto argenteo del Santo, accompagnato dalle statue degli altri compatroni della città. Alla ricchezza e maestosità del corteo, per più secoli, si è accompagnata una manifestazione commerciale che rispecchiava la florida economia di Avellino in quei secoli, quale è stata la rinomata Fiera di S. Modestino. La stessa ha richiamato in città numerose persone che nei quattro giorni dello svolgimento, dal 10 al 14 giugno, si accalcavano nel Largo dei Tribunali, alla Strada nuova per Salerno e al Largo dei Due Principati. Una delle ultime fiere, di una certa importanza, è stata senz’altro quella tenuta nel 1835”.