Michele Zarrella
Un suono è dato dalle onde che si trasmettono in un mezzo a causa di vibrazioni prodotte da una sorgente sonora. Per esempio una corda di chitarra che vibra, la pelle di un tamburo che viene battuto, una lamella che oscilla, la membrana di un altoparlante che muove l’aria, le nostre corde vocali messe in vibrazione, ecc. costituiscono una sorgente sonora. Il suono, quindi, è generato da una serie di compressioni e rarefazioni dell’aria – dette onde sonore – che giungendo all’orecchio eccitano il timpano. Perché un suono si possa trasmettere fra la sorgente e il ricevente ci deve essere l’aria o un qualunque “mezzo” elastico. Le particelle del mezzo interposto che si trovano intorno alla sorgente sonora vengono investite dalla perturbazione e iniziano a vibrare in sincronismo con la sorgente. Tali vibrazioni investono a loro volta le particelle vicine propagandosi a catena fino a giungere a noi. Nell’aria secca, ai normali valori di temperatura e pressione l’onda si propaga a 340 metri al secondo. Quindi quando vedete un lampo iniziate a contare 1, 2, 3 … Se sono passati 3 secondi il lampo è partito da una distanza di circa un chilometro. Se contate fino a 6 secondi il lampo è avvenuto a una distanza di circa due chilometri. Nei liquidi e nei solidi la velocità è maggiore.
Oggi l’uomo moderno è invaso dai rumori che, a lungo andare, possono danneggiare il nostro organo dell’udito. Porre l’attenzione a questi problemi è importante, perché il nostro orecchio una volta danneggiato non è riparabile. Secondo l’OMS circa il 50 per cento delle persone comprese fra i 12 e i 35 anni rischia di sviluppare danni all’udito. Tra le cause principali l’esposizione e forti rumori: esplosioni, sirene, decollo di aerei, l’ascolto di musica (in cuffia o nei concerti) ad alto volume. Quindi state alla larga dai forti rumori che superano gli 85 decibel (db). Una normale conversazione è di 60 db, ma ci sono luoghi urbani come le stazioni di metropolitane, treni e pullman dove si raggiugono i 110 db che è il rumore prodotto da un martello pneumatico. È buona norma coprirsi le orecchie in caso di rumore eccessivo. Sono preferibili gli auricolari alle cuffie perché non ci isolano completamente dall’esterno ed è buona norma usare i tappi in luoghi di lavoro con rumore continuo. Asciugarsi accuratamente le orecchie dopo docce e bagni e non pulirsi con i bastoncini che possono danneggiare il timpano. Attenzione ai rumori nelle feste o nel periodo di carnevale: non fate strombettate o altro rumore improvviso vicino alle orecchie dei bambini. Tenetevi lontano dagli altoparlanti durante i concerti e le feste.
Il suono ha un’intensità, una frequenza, un timbro e una durata. L’intensità ci permette di distinguere i suoni deboli dai forti che essa può aumentare (crescendo) e abbassare (diminuendo) e che va da pianissimo a fortissimo passando per piano, mezzo forte e forte. La frequenza ci permette di distinguere i suoni acuti o alti, come una sirena o un fischio, dai bassi o gravi, come un tuono.
Il timbro ci permette di capire da quale sorgente è prodotto il suono. Per esempio un aereo, un pianoforte, una chitarra, un camion, una voce. La durata è l’estensione del suono nel tempo.
Toccare il suono
È possibile toccare un suono? Del suono dobbiamo distinguere l’intensità e la frequenza. L’intensità deve essere compresa fra la soglia di udibilità e la soglia di dolore al di fuori di questo intervallo non udiamo i suoni. Attenzione perché superare la soglia di dolore, 120 db, è pericoloso. Anche la frequenza ha il suo intervallo di udibilità: un suono con una frequenza minore di 16 herz (Hz) – detto infrasuono – o con una frequenza maggiore di 20.000 Hz – detto ultrasuono – non è udibile. A frequenze alte abbiamo i suoni che vengono detti acuti, alti; a frequenze basse abbiamo i suoni gravi, bassi. Le soglie di intensità e di frequenza variano da persona a persona e nella stessa persona in base all’età. Ma anche se non li udiamo, cioè anche al di fuori dei suddetti intervalli, i suoni li possiamo toccare e sentire le loro vibrazioni.