Un itinerario capace di abbracciare linguaggi differenti, musica, danza e poesia, di raccontare un modo differenti di vivere e cantare i paesi. E’ la sfida che porta avanti da 13 anni il poeta e paesologo Franco Arminio con la festa della paesologia “La luna e i calanchi”, in programma fino al 25 agosto. «C’è qualcosa che tutti possiamo fare un po’ di più: è guardare, guardare con attenzione il mondo intorno a noi: l’unico varco per arrivare a un possibile stupore – scrive Arminio. L’evento proseguirà per quattro giorni fino a notte fonda e prevede un ricco calendario di performance di poesia, spettacoli teatrali, laboratori di danza, canti, passeggiate tra i calanchi e, il 25 agosto, la colazione di congedo. Tra gli ospiti Dario Brunori, Rocco Papaleo, Ginevra Di Marco e tanti altri. Una formula semplice che è quella che Arminio porta avanti da tempo, favorire l’incontro tra la comunità locale tra artisti, visitatori e abitanti. Qui nascerà anche una Casa della paesologia, un luogo che potrà accogliere persone che vogliono ragionare sul futuro dei piccoli paesi. “Aliano piacerebbe a Pasolini. – scrive Arminio – Qui si nasce e si cresce antichi./Non è tanto questione di bellezza ma di lontananza. Oggi ci emozionano i luoghi/e le persone che non somigliano/a niente./Uno che viene da una terra/che è un bisbiglio e uno che viene da una terra dove anche un cardo è un urlo. Non abbiamo bisogno/di un’umanità astratta, artificiale. Vogliamo parlare a chi appartiene/a qualcuno, a qualcosa,/ vogliamo che si veda la terra/nella carne, ci piace che ogni corpo sia una vetrina geografica:/la luce sulla lingua, il mare,/ la montagna, tutto stampato/in uno sguardo”.
«Dopo l’alba al cimitero faremo colazione insieme a piazza San Luigi e sperimenteremo il piacere di stare insieme ad Aliano anche senza eventi spettacolari – conclude Arminio . Magari ci sarà il tempo di visitare con calma i musei del paese ma una festa così bella non può avere un finale precipitoso. L’ultimo giorno, ci saluteremo con lentezza». L’obiettivo è quello di restituire attenzione ai luoghi e alle relazioni, a partire da Aliano, il paese dove Carlo Levi, lo scrittore che, confinato nel 1935 in questo piccolo paese sulla montagna materana, ambientò il romanzo «Cristo si è fermato a Eboli». Una rassegna, quella di Aliano, capace di diventare un evento grazie alla forza di un festival in cui il programma è solo un canovaccio su cu costruire incontri sorprendenti