di Virgilio Iandiorio
Gli incidenti, o meglio accidenti, di questi giorni con i droni russi che vanno a scaricare nel cielo della Polonia i loro carichi di morte destinati agli Ucraini, ci fanno capire che la guerra porta lutti e distruzioni anche a coloro che non sono impegnati direttamente nei conflitti. Come a dire, subire danni e morti per procura. La Polonia non merita questo.
Non molti anni fa è stato pubblicato il romanzo di Valentino De Bernardis, Cracovia, il sogno dopo, AeB editrice, Acireale-Roma 2011. I sogni possono avere un tempo? Può esistere per i sogni un passato un presente e un futuro? Il libro di Valentino De Bernardis già nel titolo stabilisce una dimensione temporale al suo sogno; “il sogno dopo” presuppone una successione temporale, come quando diciamo “il giorno dopo” o “l’anno dopo” o “un’ora dopo”. I sogni, però, non ubbidiscono ad una sequenza logica; un sogno non finisce dove ne inizia un altro.
Grazie al programma Erasmus tre studenti universitari, due italiani, Leonardo e Antonio, uno spagnolo, Santiago, hanno incontrato in Polonia loro colleghi polacchi, Darek, Andrea, Anja, Barbara, Zofia, Julia, Marta, Veronika. Evento fortuito e del tutto involontario, da cui è scaturita sincera amicizia. Gli anni dell’università sono per gli studenti anni formativi non solo dal punto di vista culturale e professionale; essi, infatti, segnano la crescita umana e affettiva delle persone.
Leonardo, il protagonista della storia, è innamorato della Polonia. “Quello che era nato come un interesse marginale per una terra lontana, fino a un decennio fa neppure considerata Europa, era andato sbocciando come un amore intenso, quasi morboso” (p.8). E nella sua esperienza giovanile diventa “La Polonia come meta interlocutoria di un sentiero insidioso. Un angolo di mondo dove realizzarmi, dove si punta sui giovani e non sui vecchi. Ambiente culturale vivo, estraneo ai salamelecchi della penisola [Italia], sovvenzionato quando c’è bisogno da giusti pesi e giusti incentivi” (p. 99). “La Polonia ha una forza di attrazione fuori dal mondo scientifico per chi l’ha vissuta per un periodo di tempo medio-lungo” (p.157).”La Polonia sembra cambiare in meglio tutte le persone, chi da giovane è una bella compagnia, da adulto diventa una bella persona”(p.165)
Una città, in particolare, suscita le affettuose simpatie di Leonardo. Egli, infatti, è innamorato di Cracovia come di una donna. E Barbara, che sta trascorrendo con Leonardo dei momenti intensi di un rapporto affettivo bello e insidioso perché incerto del futuro, gli chiede :” Ma tu hai in programma di venire qui per me o per la città?” (p.123). “Cracovia è un caleidoscopio naturale di sogni multidimensionali. Unica città al mondo con lo sguardo a occidente, la testa a oriente e il cuore bianco e rosso [i colori della bandiera polacca].
Città e popolo della Polonia meritano tanto rispetto e affetto, non certo droni lanciati intenzionalmente o per calcoli balistici errati.