“Serve un Ministero specifico per l’acqua e per il servizio idrico integrato”. È l’appello lanciato da Luca Mascolo, vicepresidente nazionale di Anea e presidente dell’Ente idrico campano, in occasione dell’intervento al convegno I musei dell’acqua in Europa, ospitato ieri nello storico Palazzo Donn’Anna a Napoli e organizzato dal Centro Studi Territorio e Ambiente (TE.AM) e dall’Unesco, in collaborazione con l’Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli. Secondo Mascolo, l’Italia deve compiere un salto di qualità nella governance della risorsa: “Non possiamo più affrontare il tema con un approccio emergenziale. La gestione del Servizio idrico integrato deve diventare una priorità. Per farlo serve un cambio di paradigma politico, amministrativo e culturale, che solo un presidio istituzionale dedicato può garantire”. Il vicepresidente Anea ha poi richiamato l’attenzione sulle criticità strutturali del sistema idrico nazionale: “Le infrastrutture sono a fine vita. In molte aree registriamo perdite che arrivano al 70%. Senza un grande piano di rifacimento delle reti e senza una visione ingegneristica resiliente, ed informatizzzata non potremo affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici né garantire continuità del servizio”. “Ma la responsabilità – ancora Mascolo – non è solo delle istituzioni. Aprire il rubinetto e vedere uscire acqua è un gesto che oggi diamo per scontato e di conseguenza facciamo poca attenzione agli sprechi. La risorsa non è infinita: ogni goccia conta. È necessario che i cittadini comprendano l’importanza di adottare comportamenti più consapevoli”. “Il lavoro che ci attende è enorme – ha concluso – e passa attraverso momenti di confronto come questo, perché la sfida dell’acqua è una sfida culturale prima ancora che tecnica”.



