La presenza criminale di tipo mafioso in Campania si manifesta come fenomeno complesso e presenta caratteristiche differenti rispetto al contesto territoriale ove ha avuto origine e si evoluta. Le province di Napoli e Caserta restano le aree dove si registra la maggiore presenza criminale sotto il profilo numerico ma anche sul piano qualitativo.
La provincia di Salerno si caratterizza per una significativa presenza mafiosa, spesso condizionata dall’interferenza di gruppi delinquenziali provenienti da territori limitrofi con i quali, quelli salernitani, instaurano frequenti rapporti collaborativi in ragione di cointeressenze criminali. Le province di Benevento ed Avellino, infine, sono connotate dalla presenza di organizzazioni camorristiche a forte connotazione familistica, i cui interessi illeciti sono per lo più circoscritti a settori criminali piȟ tradizionali quali il traffico con e lo spaccio di stupefacenti, l’usura e le estorsioni.
Tre misure ostative antimafia (piu’ note come interdittive) nel settore edile in Irpinia, per presunti collegamenti con i clan Moccia di Afragola, Cesarano di Castellamare di Stabia e il Nuovo Clan Partenio. E’ uno dei dati che emerge dalla Relazione della Direzione Investigativa Antimafia al Parlamento per il secondo semestre del 2023. Il settore edile e’ quello piu’ a rischio infiltrazioni anche in Irpinia. Anche se per gli analisti della Dia i clan irpini sono caratterizzati ancora da una forte connotazione familistica e dal core business scandito dalle attivita’ illecite tradizionali: “Le province di Benevento e Avellino, infine, sono connotate dalla presenza di organizzazioni camorristiche a forte connotazione familistica, i cui interessi illeciti sono per lo più circoscritti a settori criminali più tradizionali quali il traffico e lo spaccio di stupefacenti, l’usura e le estorsioni”.
LE INTERDITTIVE ANTIMAFIA
In Campania come si legge nella Relazione Semestrale: “, il settore edile si conferma quello maggiormente esposto all’ infiltrazione mafiosa (37%), seguito dai settori della ristorazione (11%), immobiliare (7%),dell’assistenza socio sanitaria (6%), dei rifiuti (5%) e dei carburanti (1%), che insieme raggiungono il 70% delle interdittive emesse nel semestre considerato. Gli altri settori, quali il turismo, le attività ricettive, le attività di giochi e scommesse, il commercio e altro, incidono per il restante 30% sul totale sui provedimenti ostativi adottati”.
Il dettaglio per Avellino riguarda tre provvedimenti ostativi, nello specifico: “Nella provincia di Avellino, l’Autorità prefettizia ha emesso 3 provvedimenti ostativi. Uno di questi ha riguardato una società del settore edile facente parte di un gruppo societario composto da numerose imprese operanti nel settore della produzione e della vendita di calcestruzzo, riconducibili a soggetti legati da vincoli di parentela ad esponenti del clan Moccia di Afragola del clan Cesarano di Castellammare di Stabia e altri 2 provvedimenti ostativi hanno interessato due società del settore edile aventi il medesimo rappresentante legale. Quest’ultimo, in particolare, risulta essere stato coinvolto in alcuni procedimenti penali con le accuse di associazione per
delinquere, turbata libertà degli incanti e frode nelle pubbliche forniture, oltre ad aver avuto frequentazioni con esponenti dello storico dan Genovese di Avellino, poi evolutosi nel Nuovo clan Partenio, un affiliato del quale è risultato il marito di una dipendente di una delle due società oggetto di interdittiva”.
Anche la Prefettura di Benevento ha adottato: “provvedimenti ostativi hanno riguardato società attive, rispettivamente, nei settori dei giochi e delle scommesse, della lavorazione del vetro e nella produzione e vendita di mobili, per quali, e stata accertata la riconducibilità al clan Pagnozzi, operante a San Martino Valle Caudina, ma anche nella provincia di Benevento e a Roma”. Ovviamente si tratta di contestazioni relative al periodo luglio-dicembre 2023 che sono oggetto di contraddittorio in sede di giustizia amministrativa.