Dal letto dell’ospedale Cotugno di Napoli per una meningite agli arresti domiciliari per truffa aggravata. E’il caso del 46enne avvocato ed ex dirigente di un’azienda pubblica, che ad aprile scorso, aveva contratto una meningite da pneumococco ed era stato ricoverato in coma farmacologico nel nosocomio partenopeo. Dopo un lungo periodo di riabilitazione, il 46enne è balzato di nuovo agli onori della cronaca. Ma stavolta non per la sua salute.
L’avvocato residente a Solofra è stato raggiunto, oggi, da una misura cautelare agli arresti domiciliari, eseguita dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Avellino. Difeso dal penalista Raffaele Tecce, il noto professionista, candidato nel passato alle elezioni amministrative della cittadina conciaria, è indagato per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, impiego di denaro di provenienza illecita, riciclaggio ed autoriciclaggio di ingenti crediti di imposta, acquisiti per inesistenti lavori edili relativi ai Bonus Facciata. Nella stessa indagine risultano coinvolte altre nove persone, indagate per riciclaggio dei proventi ottenuti in modo illecito. I militari delle fiamme gialle agli ordini del tenente Alessio Iannone hanno proceduto anche al sequestro preventivo 319.mila euro, tramite l’ acquisizione delle disponibilità patrimoniali del noto professionista irpino.
Le attività investigative hanno beneficiato della proficua collaborazione dell’Agenzia delle Entrate, con un protocollo d’intesa, stipulato, con la Procura della Repubblica di Avellino ed il Comando Provinciale Guardia di Finanza di Avellino. Le indagini si inseriscono in un contesto più ampio, che traggono spunto proprio da una segnalazione acquisita grazie al coordinamento investigativo instaurato in virtù del protocollo. E proprio in questo contesto il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Avellino, segnalava alla Procura alcuni soggetti, raggiunti anche da un’ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere, perché ritenuti responsabili, a vario titolo, dei medesimi reati per i quali si procede nei confronti del 46enne di Solofra.
In particolare, le indagini permettevano di acquisire elementi e di ritenere, secondo glòi organi inquirenti, inesistenti i lavori di rifacimento della facciata di un immobile antico dislocato a Solofra, dichiarati eseguiti, alla fine del 2021, per la somma complessiva di 4 milioni e 310 mila euro. La condotta messa in atto permetteva, poi, agli indagati di acquisire crediti di imposta inesistenti relativi a Bonus Facciata per un totale di 3 milioni e 815 mila euro. Poi gli stessi crediti venivano poi ceduti con diversi atti di trasferimento, con lo scopo, secondo le indagini delle fiamme gialle, di dissimularne la provenienza, ad altri soggetti, con il risultato di essere, in parte, anche monetizzati presso un Istituto di Credito, così consentendo un indebito profitto di 300.885,88.