“Una tragedia inaccettabile”. E’ quanto ha detto il parroco don Pietro Bonomo, ad inizio della cerimonia funebre, quando ha ricordato la figura del giovanissimo Francesco Di Chiara, volato via insieme ad altri tre amici nell’incidente della notte di domenica scorsa a Mirabella.
La bara bianca è stata portata in spalla dagli amici di Francesco fin sopra dove è ubicata la Chiesa Santa Maria Assunta e dove si è visto uno striscione con la scritta “la tua famiglia per sempre” con una foto di gruppo del ragazzo scomparso.
E tanti giovani con un mazzo di fiori a forma di cuore, depositato lungo la scalinata della cattedrale. Distrutti dal dolore il papà Lello, la mamma Mena, il fratello Antonio, le nonne e gli zii. Un percorso denso di dolore e lacrime, poi l’entrata in Chiesa dove erano assiepati tanti cittadini, non solo di Frigento.
In prima fila con le fasce tricolori i sindaci di Frigento, Carmine Ciullo, di Sturno, Vito Di Leo, di Grottaminarda, Marcantonio Spera, di Gesualdo, Domenico Forgione. Da Mirabella Eclano la delegazione era composta dal vice sindaco, Giovanni Rossetti e l’assessora Raffaella Rita D’Ambrosio. Anche l’Arma dei Carabinieri e la Polizia di Stato erano rappresentati ai più alti livelli con il capitano della Compagnia di Mirabella Eclano.
E tutte le associazioni hanno dato un proprio contributo, l’Anpas di Rocco Pascucci ha offerto il supporto logistico alle forze dell’ordine e naturalmente l’assistenza sanitaria. Sempre il parroco don Pietro ha ricordato che Francesco aveva seguito gli studi presso la scuola Magistrale Schettino, che è a ridosso della Cattedrale. Ed ha aggiunto che Francesco aveva ripreso il dialogo con la chiesa, cosa che i giovani della sua età stentano a fare.
“E invece bisogna capire che in questo modo di costruisce, si cresce”. Don Pietro infine ha concluso ammonendo: “Di queste giovani resti in noi sempre il loro ricordo, mai lontani dalla menoria”. Poi la celebrazione della messa e infine interventi di amici per un ricordo ancora più toccante.
La bara bianca è stata posta sul sagrato della Chiesa, davanti la porta che da su via Duomo, applausi e lancio di palloncini bianchi e verdi. Il corteo è ripartito, sempre con la bara portata a spalla dagli amici, verso il cimitero.