di Virgilio Iandiorio
La stupidaggine, quando si abbatte anche sulla storia, non conosce limiti. Come quei deputati francesi qualche anno fa che volevano far celebrare il processo alle crociate. Che dire degli Stati Uniti: lo scorso anno un povero diavolo di pasticciere si è visto redarguire perché aveva scritto sulla torta per una festa di laurea Magna Cum Laude; e in inglese-americano, come si sa, “cum” è una volgarità.
Dalla pasticceria all’Università, sempre negli Stati Uniti, il poeta latino Ovidio è messo al bando per essere ritenuto maschilista.
Di questo passo, porteranno in tribunale anche Caino per il crimine di omicidio del fratello Abele. Immaginatevi la scena in tribunale con i testimoni dell’accusa, tra cui anche Dante, e con quelli citati dalla difesa, patrocinata da Jorge Luis Borges (Elogio dell’ombra, trad. it, 1971); “ «Abele e Caino s’incontrarono dopo la morte di Abele. Camminavano nel deserto e si riconobbero da lontano, perché erano ambedue molto alti. I fratelli sedettero in terra, accesero un fuoco e mangiarono. Tacevano, come fa la gente stanca quando declina il giorno…Caino chiese che gli fosse perdonato il suo delitto. Abele rispose:– Tu mi hai ucciso, o io ho ucciso te? Non ricordo più; stiamo qui insieme come prima”.
E oggi assistiamo allo spettacolo, poco edificante, della sfera pubblica controllata da una polizia del pensiero.
Non si può restare indifferenti: il populismo avanza insieme con la politica dell’identità. Una combinazione pericolosa, che distrugge la libertà di parola. “I bugiardi possono essere tollerati o persino ammirati, una volta che le fondamenta stesse di un sistema politico non sono più considerate credibili… il semplice senso del pericolo produce un crescente desiderio di sicurezza che gli autocrati soddisfano rivolgendo minacce ad altri ”(W. Davies, Stati nervosi, 2019).
“Nel 2017 gli studenti della famosa Scuola di studi orientali di Londra, School of Oriental and African Studies, chiesero addirittura di togliere Platone e Kant, Aristotele e Socrate dal curriculum. Hanno una grave “colpa”, questi filosofi: sono bianchi ed esponenti del “colonialismo” che andrebbe espulso dalle istituzioni accademiche.
Poi gli accademici della Soas hanno messo da parte filosofi come Aristotele e Socrate a favore della “decolonizzazione”, sbarazzandosi degli “uomini bianchi morti” in un nuovo toolkit per scuole e università prodotto dalla Soas. (Giulio Meotti, Il Foglio 18 ott. 2025).
Nel secolo XVII divenne di grande attualità la “dottrina delle opinioni probabili” proposta dai Gesuiti. Che cosa fosse questa dottrina, lo spiega bene Gabriel Daniel, gesuita francese (1649-1728), che scrisse in difesa dei suoi correligionari:” Quando ci sono due opinioni l’una probabile e l’altra più probabile avvegnaché , sia questa più sicura e quella meno, intorno all’ obbligazione di far qualche cosa, che mi appartenga; io non son già tenuto alla carità, che devo a me stesso, di operare secondo la sentenza più probabile, e più sicura; ma posso senza peccato abbracciar la probabile men sicura , lasciando la più sicura”. “Noi sappiamo perché essi (i Gesuiti) operarono questa revisione, non per corrompere i costumi, ma per accontentare tutti (P. Manent, Pascal et la proposition chrétienne, 2022).