Un nuovo sguardo capace di raccontare storie, volti, personaggi. E’ “Laggiù qualcuno mi ama”, il documentario con cui Mario Martone ha voluto rendere omaggio a Massimo Troisi. L’appuntamento è per questa sera, alle 21, nella piazza dell’Eliseo con la rassegna promossa dallo Zia Lidia e dall’amministrazione comunale.
Ad emergere il ritrattoa di un grande artista popolare, forse l’ultimo vero grande artista popolare espresso dal nostro cinema. A prendere forma un documentario molto personale, anche se fitto di testimonianze (Fofi, Piccolo, Sorrentino, Ficarra e Picone, The Jackal, molti altri), ed emozionante come pochi.
Troisi ripercorre la sua parabola artistica dagli inizi alla fine, inquadrandolo nella temperie degli anni in cui si è formato e nella città comune ai due registi, Napoli. Alle scene dei film si intrecciano stralci di conversazioni, non con persone che frequentavano Troisi, ma con artisti che lo hanno amato e ne sono stati influenzati, come Francesco Piccolo, Paolo Sorrentino, Ficarra e Picone, critici che lo hanno studiato, come Goffredo Fofi e la rivista Sentieri selvaggi, e due tra gli artefici della sua opera postuma, Il postino, Michael Radford e Roberto Perpignani.
Martone si confronta anche con Anna Pavignano che con Troisi scriveva i suoi film a partire dai processi creativi da cui essi scaturivano, come quegli appunti fissati su carta legati a battute e idee poi riprese nella scrittura cinematografica. Un attore e regista capace di dare voce ai giovani e al proprio tempo, attraverso storie in cui in tanti riuscivano a riconoscersi proprio come nei suoi dubbi e nelle sue incertezze
A introdurre l’incontro Bianca Palladino e Angelo Iermano