Il Coordinamento Nazionale dei Piccoli Comuni Italiani lancia un appello urgente per mettere l’agricoltura e la pesca al centro delle politiche di sviluppo delle aree interne appenniniche e della corona alpina: “Il rilancio dell’Italia passa attraverso la tutela delle economie locali, delle filiere produttive tradizionali e della gestione delle risorse idriche, con un piano strategico ventennale che si inserisce nel più ampio Progetto “Adriano Olivetti” e nella battaglia per la Legislazione Differenziata”.
“L’agricoltura è il motore da rimettere in moto per un nuovo miracolo economico italiano”, dichiara Virgilio Caivano, portavoce del Coordinamento. “Dobbiamo ripartire dal basso, dai territori, dalle comunità locali, valorizzando il nostro patrimonio produttivo e creando una governance economica su misura per le aree rurali e montane”.
ACQUA E SVILUPPO RURALE: LA GRANDE SFIDA PER L’APPENNINO E LE ALPI
La carenza idrica è il principale ostacolo alla sopravvivenza del mondo agricolo e della pesca nelle aree interne. Il sistema idrico nazionale – invasi, laghi naturali e artificiali, bacini montani – deve essere ripensato e valorizzato con una strategia ventennale che garantisca l’approvvigionamento costante e sostenibile di acqua per le aziende agricole e zootecniche.
Il Coordinamento propone la creazione della “Cassa dell’Appennino”, sul modello della storica Cassa per il Mezzogiorno, per finanziare un grande piano infrastrutturale a sostegno dell’agricoltura, della pesca e delle filiere agroalimentari.
“Non possiamo più permettere che l’acqua sia un bene sempre più raro e inaccessibile per le aziende agricole e le comunità locali. L’Italia ha bisogno di una gestione idrica intelligente e sostenibile, che parta dalle esigenze reali delle persone e delle imprese”, sottolinea Caivano.
TUTELA DELLA PRODUZIONE TIPICA E LOTTA AL “LATIFONDISMO FINANZIARIO”
L’agricoltura delle aree interne non può più essere schiacciata dalle regole europee che favoriscono le grandi multinazionali a discapito delle piccole aziende locali. Il Coordinamento dei Piccoli Comuni chiede:
Regole differenziate per la sostenibilità delle produzioni agricole e della pesca montana.
Libertà di programmazione per le aziende locali, eliminando vincoli burocratici inutili.
Tutela della filiera lattiero-casearia e delle produzioni ortofrutticole di qualità, con misure concrete contro l’invasione di prodotti importati e la speculazione finanziaria.
“Dobbiamo proteggere le nostre aziende zootecniche e lattiero-casearie dal dominio della grande finanza e delle multinazionali. Non possiamo permettere che il lavoro dei nostri agricoltori venga sacrificato sull’altare della speculazione globale”, afferma Caivano. “Serve una rivoluzione culturale ed economica per difendere la nostra agricoltura di qualità.”
UN TOUR PER ASCOLTARE IL MONDO AGRICOLO: TAPPE A CROTONE, L’AQUILA, CAMPOBASSO, POTENZA, ALTAMURA
Nelle prossime settimane, il Coordinamento avvierà un ciclo di incontri nelle principali città delle aree interne per confrontarsi direttamente con agricoltori, allevatori, pescatori e associazioni locali.
“Parleremo di crisi idrica, di legislazione differenziata, di nuove opportunità per i giovani. Dobbiamo costruire un nuovo modello di sviluppo che rimetta al centro la terra, il lavoro e la dignità dei piccoli produttori”, conclude Caivano.
L’obiettivo è chiaro: rendere il mondo rurale e la pesca i protagonisti della rinascita dell’Italia, con regole su misura per le aree interne e una politica che finalmente ascolti le comunità locali.