Nasce dal bisogno di ritrovare sé stessa l’arte di Rosalia Talamo, protagonista di una suggestiva mostra, inaugurata questa mattina al Circolo della stampa di Avellino. Un’arte capace di suscitare la curiosità del regista Federico Fellini, conosciuto per caso a Via Margutta, tra i primi a incoraggiare l’artista a mettere a frutto la sua creatività. E’ la pittrice a spiegare come “Avevo la necessità di di recuperare un’identità che avevo smarrito ma che è essenziale per me. Di qui la scelta di ritornare all’arte, di partire da forme e colori per raccontare me stessa. Il colore è per me uno specchio che mi consente di vedere le sfumature della mia anima. Quando dipingo, non so mai cosa realizzerò, è un’emozione che viene da dentro, è una connessione con il mio inconscio, una connessione profonda e personale”. Non nasconde la sua emozione nel parlare della propria ricerca artistica “È un’esperienza inaspettata, un viaggio bellissimo, che spero di continuare”.
Quindi si sofferma sull’incontro con Fellini “Esponevo a Via Margutta con una mia mostra d’arte. Un giorno vidi un uomo uscire da un portone di fronte alla galleria. Mi salutò con garbo, risposi e da quel momento cominciammo a salutarci ogni mattina. Ci scambiavamo qualche battuta ma erano frasi di cortesia. Poi, un giorno, si fermò davanti alla vetrina della mostra, mostrò di apprezzare le mie opere, in particolare un’opera raffigurante un pavone. Ci salutavamo e parlavamo ogni giorno, ma io non immaginavo che fosse Federico Fellini. L’ultimo giorno della mostra, volle acquistare un quadro, scelse un fondale marino. Mi chiese di fargli una dedica. Non ci eravamo mai presentati fino ad allora. Lui, fattosi serio, mi disse: “Ma come? Non mi riconosce? Sono Federico Fellini!” Rimasi senza parole. Ero sorpresa. Non credevo ai miei occhi. Ci salutammo e mi promise di rispondermi se gli avessi scritto. E così fu. Ci misi un po’ a tenere fede alla promessa: era un grande regista, e io mi sentivo così piccola. Ma quella sua attenzione nei confronti della mia arte mi diede coraggio. Quando finalmente iniziai a scrivere, raccontai una storia vera, quella di un cagnolino che avevo trovato per strada. Era stato investito e mi era morto tra le braccia. Lo avevo posato con delicatezza in un cespuglio. Un giorno mi fermai, per rivolgergli un ultimo saluto: al suo posto erano nati dei fiori bellissimi. Il suo corpicino aveva nutrito la terra. Raccolsi alcuni di quei fiori e ne misi qualcuno nella lettera. Dopo tre giorni, ricevetti la sua risposta – fu l’ultima, perché si ammalò. Nella lettera mi incoraggiava a scrivere. ‘Deve fantasticare, deve ricordare. Tenga un diario. Le auguro giorni creativi e sereni. Suo amico, Federico Fellini.”. Custodisco quella lettera gelosamente”
A renderle omaggio anche Gianfranco Rotondi “Conosco molto bene Rosalia, è un’artista e una donna che apprezzo molto. Bellissimo l’esempio che ha voluto offrire alla città: una donna che riscopre le passioni della giovinezza con il talento della maturità e lascia una traccia significativa nel panorama culturale irpino e non solo. Offre un modello a tutte le persone in là con gli anni: non devono spaventarsi ma trovare nuovi stimoli e motivi di impegno”. E sul difficile momento che vive la città “Dispiace la situazione che si è creata nel capoluogo. Per fortuna, una città non è solo la sua vita pubblica: anche questa mattina dimostra come nel capoluogo la società civile sia particolarmente attiva, attraverso la promozione di iniziative culturali, che la politica dovrebbe accompagnare. Purtroppo, le discordie non aiutano”
E’ il critico Domenico Pisano a soffermarsi sulle peculiarità della sua ricerca “Quella di Rosalia non è un’arte descrittiva, ed è la sua forza, poichè non limita l’interpretazione a determinati canoni. Piuttosto, offre l’opportunità di andare oltre, oltre l’idea stessa che è alla base dell’ispirazione dell’artista. Tutto questo favorisce una maggiore partecipazione emotiva e intellettuale all’opera. L’impatto sul piano visivo è coinvolgente, proprio perchè offre la possibilità di spaziare, di entrare in contatto con la propria interiorità e con quella dell’artista”
Uno sguardo rivolto all’universo, alla natura, ai profondi abissi “Una pittura – scrive Carlo Gatti – capace di condurre in ogni luogo, in qualsiasi tempo. Ora Rosalia Talamo vive una seconda fase creativa, caratterizzata da un diverso impulso, sempre animata da identica passione e onestà artistica. Siamo a un figurativo più astratto, che pur conserva l’entusiasmo e la freschezza del passato”.