“L’Ato non si tiri fuori dal contenzioso di Irpiniambiente col comune di Avellino”. L’Unione popolare torna sul fatto del giorno, rompendo anche il silenzio della politica provinciale su una materia così importante.
Lo fa dopo che l ‘Ente d’ambito rifiuti di Avellino ha deciso di non partecipare “ad adiuvandum” nel ricorso al Tar di Irpiniambiente contro il Comune di Avellino nel procedimento di costituzione ed affidamento del servizio alla Grande srl, a differenza di alcuni comuni che invece l’hanno fatto.
«L’EdA si tira fuori nonostante numerosi siano stati gli errori e gli inadempimenti nell’iter che la legge prevede e di cui l’EdA era pianamente a conoscenza – dicono i componenti di Unione Popolare in una nota-Infatti nella relazione, in risposta all’interrogazione del Consigliere regionale Ciampi, della Direzione Generale regionale al settore rifiuti viene riportata una nota del Direttore Generale dell’EdA Avellino dove si legge: “la costituzione del SAD capoluogo comporterà la modifica del Piano d’Ambito adottato il 2 luglio 2022…. ed inoltre dovranno essere regolati i rapporti tra EdA e comune di Avellino con apposita Convenzione”. Questa è effettivamente la corretta procedura prevista dalla Legge regionale 14.
L’EdA invece quando a fine 2022 il Consiglio Comunale di Avellino delibera la creazione dello SDA procede solo ad una presa d’atto.
Il Comune di Avellino procede spedito e subito indice la gara per individuare il socio privato nella gestione del servizio. Solo ad aprile 2023 l’EdA, invece di chiedere di sospendere la gara mancando propedeuticamente il Piano d’Ambito aggiornato, procede direttamente alla sottoscrizione della Convenzione, ribaltando la procedura prevista dalla legge.
Nella Convenzione viene stabilito di “collaborare all’affidamento della gara”, quando invece la gara è già stata indetta dal Comune di Avellino, e viene sottolineata la “rispondenza delle scelte con i contenuti del Piano d’Ambito” che non è stato rielaborato e che, in quello allora vigente, i contenuti prevedevano in termini organizzativi ed economici, un’unica azienda operante sull’intero ambito e una gestione totalmente pubblica”.
E ancora:“Solo a fine agosto 2023 l’EdA ha adottato il nuovo Piano d’Ambito, strumento fondamentale per definire gli aspetti organizzativi e i costi relativi al personale, ai mezzi, all’utilizzo degli impianti e allo smaltimento finale. Dovrebbe esserci, tutta però ancora da verificare, piena corrispondenza tra il piano industriale previsto dal nuovo Piano d’Ambito dell’Eda e il piano industriale previsto dallo SDA Avellino tanto che già sorgono dubbi rispetto all’utilizzo dello Stir di Pianodardine.
Come Unione Popolare riteniamo che sia necessario che il Comune di Avellino sospenda “per autotutela” la gara e l’affidamento in attesa del pronunciamento del Tar e che l’EdA parteci al dibattimento dinanzi al Tar per chiarire i motivi del controverso iter procedurale seguito”.