Di Fiore Carullo
L’Avellino, al termine di una gara vissuta quasi interamente in sofferenza, conquista un prezioso pareggio al Partenio-Lombardi contro il Venezia di Giovanni Stroppa. La formazione lagunare ha imposto un dominio territoriale netto — vicino al 70% di possesso palla — mettendo spesso alle corde i biancoverdi. Nonostante le difficoltà, l’Avellino è riuscito a passare in vantaggio al 41′ del primo tempo con Missori, abile a capitalizzare un perfetto cross di Sounas nell’unica vera occasione creata nei primi 45 minuti. A preservare il risultato fino all’intervallo sono stati i legni colpiti dagli ospiti e alcune parate decisive di Daffara, autentico protagonista del match.
Nella ripresa, dopo appena cinque minuti, il Venezia ha trovato il meritato pareggio con Bovota. Da lì in avanti il copione non è cambiato: ospiti in pressione costante e Avellino impegnato in una resistenza a tratti disperata. Tra i migliori in campo per i biancoverdi spiccano Daffara, decisivo in più interventi, Missori — autore del gol — e le buone prove di Fontanarosa, Terrici e del brillante Sounas. Considerando l’andamento della gara, il pareggio rappresenta un risultato di grande valore per l’Avellino, raramente visto soffrire così tra le mura amiche del Partenio. Ora lo sguardo si sposta alla prossima trasferta sul campo del Catanzaro. Dal punto di vista tattico, l’Avellino ha impostato la gara con un atteggiamento molto prudente, abbassando il baricentro e rinunciando quasi del tutto al pressing alto. La scelta è stata dettata dalla superiorità tecnica e dalla fluidità di manovra del Venezia, che con il suo 3-4-2-1 ha costretto i biancoverdi a una lunga difesa posizionale. Le principali difficoltà dell’Avellino sono emerse nella risalita del campo: i reparti spesso troppo distanti tra loro hanno reso complicata la gestione del possesso e favorito rapide riconquiste da parte dei lagunari. In questo quadro, la prestazione di Sounas è stata determinante non solo per l’assist dell’1-0, ma anche per la capacità di rompere la pressione e dare respiro alla squadra.
Buona la prova anche della linea difensiva, con Fontanarosa e Terrici attenti nelle chiusure e nei duelli individuali. In porta, Daffara ha offerto una prova di altissimo livello, risultando decisivo in più occasioni e mantenendo in equilibrio una partita che poteva prendere una piega molto diversa. Il Venezia ha cercato costantemente di creare superiorità sugli esterni e di occupare la trequarti avellinese con tanti uomini, trovando il gol del pari come naturale conseguenza della propria supremazia territoriale. In definitiva, pur con limiti evidenti nella costruzione e nella continuità del gioco, l’Avellino ha saputo stringere i denti, restare compatto e portare a casa un punto prezioso: un risultato che vale più della somma delle statistiche.
Fiore Carullo


