Parità di genere nel mondo del lavoro? Meglio dire disparità, che continua. Su 96 aziende operanti nella provincia di Avellino , 45 aziende nella provincia di Benevento, 139 nella provincia di Caserta, 801 nella provincia di Napoli e 287 nella provincia di Salerno per un numero complessivo di ocupati/e 200.798, il 34% sono donne e il 66% uomini.
E’ l’esito dell’indagine condotta dall’ufficio della consigliera di Parità della Regione Campania, Domenica Marianna Lomazzo, l’elaborazione dati dei rapporti biennali sul personale maschile e femminile
nelle aziende campane con oltre 50 dipendenti e consultabile sul sito istituzionale della Regione Campania.
L’ elaborazione è stata inoltrata, per conoscenza, al Presidente De Luca e, come da previsione di legge, al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, al Dipartimento per le Pari Opportunità, alla Consigliera nazionale di Parità, al CNEL, all’ISTAT ed agli Ispettorati territoriali del lavoro della Campania.
I dati che sono stati oggetto di studio e che comprendono la parte centrale del lavoro sono stati desunti dai Rapporti Biennali trasmessi dalle aziende al Ministero del Lavoro tramite l’apposita piattaforma “Equalmonitor” entro il 9 ottobre 2023. Il biennio di riferimento è il 2020-2021
I dati sono stati elaborati con il supporto tecnico di giovani funzionari/e in organico della Regione Campania.
Il campione della Regione Campania analizzato è composto da un totale di 1368 aziende di cui 1253 soggette all’ obbligo con 50 dipendenti ed oltre (art. 46 D.Lgs.198/06) e 115 aziende con meno di cinquanta dipendenti che hanno partecipato volontariamente alla compilazione del Rapporto biennale.
L’analisi dei dati dei Rapporti Biennali – spiega Lomazzo – «ha l’ obiettivo di fare emergere le diseguaglianze tra i generi esistenti nel tessuto produttivo/mercato del lavoro, quindi, le differenze di genere in termini di trattamento economico, progressioni di carriera, tipologia contrattuale, carico di cura familiare, al fine di orientare gli attori deputati nel porre in essere i giusti correttivi utili a promuovere le pari opportunità nel lavoro e la costruzione di un ambiente lavorativo effettivamente inclusivo ed equo».