Di Gianni Festa
Come condurrà il mandato affidatogli dai cardinali il pontefice assurto al seggio che fu di Pietro? Con quale spirito si accinge a governare la Chiesa in uno dei momenti tra i più difficili che essa attraversa? E soprattutto, papa Leone XIV, continuerà sulla strada percorsa dal suo predecessore, l’amatissimo Bergoglio? Sono queste le prime domande che si pone il popolo di Dio, diffuso nel mondo intero, manifestando subito dopo la fumata bianca una grande gioia per l’elezione del pontefice. Intanto alcune considerazioni. Anche stavolta al seggio di Pietro giunge un cardinale venuto da lontano. Se Bergoglio portava in Vaticano la sua esperienza sudamericana, l’Argentina, Leone XIV giunge dagli Stati Uniti. Ciò che conta è il suo vissuto dal quale si potrà meglio capire le scelte che andrà a fare. Sarà un papa conservatore o progressista si chiedono in molti in modo anche intrigante. Al di là delle etichette c’è il comportamento avuto nella sua missione. Certo, è davvero difficile immaginare che un prete che ha scelto nella sua vita sacerdotale di impegnarsi in un paese come il Perù, dove fame, povertà e assenza di sostegni sono elementi caratterizzanti di quella realtà, possa essere collocato tra i conservatori. Oppure, l’altra scelta, cioè di svolgere il suo mandato come missionario, lo collochi tra coloro che sono contrari alla apertura della Chiesa nel mondo. Tuttavia si capirà meglio e di più quando si troverà ad affrontare i temi cosiddetti sociali, come omosessualità. C’è da dire che l’esordio del Papa recupera il grande impegno di Bergoglio: la pace. Papa Leone ha ripetuto più volte questo termine, chiedendo collaborazione per costruire quei ponti che possano porre fine alle grandi tragedie umane delle guerre nel mondo. Ben oltre l’Ucraina e il Medio Oriente, ma nei tanti territori insanguinati dove si contano i morti a migliaia solo per inseguire logiche di potere.
Insistere sul concetto di pace è stato, a mio avviso, un punto di forza del suo intervento. Non solo. Quale Chiesa immagina il nuovo Pontefice? Anche qui, nel suo discorso iniziale, papa Leone ha precisato con grande determinazione che il mandato che intende perseguire sarà quello di grande attenzione nella vita delle istituzioni e della Sede Vaticana, ma solo fino a un certo punto, perché è il cammino tra il popolo della fede che egli intende percorrere, da pastore alla ricerca delle cure per il suo gregge. Queste parole segnano una grande speranza per poter affrontare il tema della crisi delle vocazioni, che vedono sempre più abbandoni e chiese in difficoltà. C’è poi l’altra scelta, appena annunciata, che riguarda l’attenzione per la Chiesa degli umili, che riporta a Bergoglio, che ne aveva fatto un suo punto di grande impegno. Personalmente ritengo che lo Spirito Santo abbia, nella scelta del nuovo Pontefice, compiuto una sorta di miracolo laico, nel senso che fede e problemi d’oggi camminano sulle spalle di un segno rinnovato di cristianità nel mondo, anche per noi italiani, appesi fino all’ultimo minuto alla scelta di un Pontefice italiano. Ma la Chiesa è universale e vive della sua eternità.