Emilia Dente
Mi inquieta e mi appassiona la questione dell’Artificial Intelligence. Le straordinarie potenzialità di software e chatbot in grado di riprodurre le facoltà umane di programmazione, archiviazione e ragionamento e la sottile e potente minaccia insita nella loro diffusione e pervasività . Mi affascina la prospettiva di nuovi campi di conoscenza da esplorare e la possibilità di continui stimoli ed approfondimenti sempre più veloci e raggiungibili, ma un brivido inquieto mi attraversa sempre nel sentire la voce, seppur calda e tranquillizzante, delle tante applicazioni informatiche che, a volte pure inconsapevolmente, quotidianamente utilizziamo. Sono nelle nostre case, ci seguono a scuola e a lavoro, partecipano ai momenti di relax e di studio, compagni, amici nemici versatili e ossessivi, sono sempre tra noi. Già in un articolo dello scorso 19 Febbraio , dal titolo “ Elon Musk, un moderno Prometeo ?” pubblicato sul sito del Corriere dell’irpinia , in riferimento ad un esperimento di Neuralink, mi interrogavo su tale questione, pur se nello specifico dell’uso delle procedure di Intelligenza Artificiale in ambito sanitario, già intuendo la rapidissima applicazione dell’importante risorsa dell’AI pure nei vari settori della cultura e del benessere, oltre che dell’economia, della tecnologia e della salute. La riflessione dell’attento dirigente scolastico Paolo Saggese (“Smartphone, scuola e umanità”, articolo apparso sul numero 38 del Corriere dell’irpinia ) mi ha riportato a riflettere attivamente sull’argomento. Nello scritto di Saggese, solido nei dati e nei testi citati ed acuto nell’analisi dei benefici e degli effetti, lo scrittore osserva come l’applicazione e l’uso frequente dell’AI nel delicatissimo settore della scuola e dell’istruzione, sia strettamente correlato al temuto rischio dell’abuso di tali tecnologie e al conseguente indebolimento della facoltà di sviluppare e di esercitare il pensiero critico, l’ingegno creativo e l’atteggiamento empatico, tanto necessari, anzi fondamentali, per regolare le dinamiche confuse e spesso distorte della società contemporanea. “Queste tecnologie rischiano di diseducare alla scrittura e alla lettura le nuove generazioni che potrebbero perdere una ‘ capacità’ che sino ad ora, soprattutto la scuola, aveva tentato di coltivare nei giovani. Il pericolo della perdita della capacità della lettura è grande e comporta una perdita conseguente di competenze intellettuali di rilievo”. Una analisi lucida ed equilibrata quella di Saggese che pur riconosce le innegabili potenzialità delle moderne tecnologie. L’AI, applicata alla didattica, modulata e mediata dal docente sensibile e preparato, può avere una utilissima azione di stimolo ed approfondimento per gli studenti mentre gli applicativi di Argo e dei vari registri elettronici e piattaforme di comunicazione, hanno il grande vantaggio di stabilire e garantire le giuste connessioni con le famiglie e tra le varie componenti essenziali del rapporto educativo. Innegabile poi il fondamentale apporto della AI nella strutturazione e gestione dell’apparato amministrativo a supporto dell’organizzazione scolastica, quindi notevole e irrinunciabile il suo contributo nella scuola del futuro. Urge allora, stimolati dall’onesta riflessione di Saggese, prendere consapevolezza che l’essere umano, frastornato e travolto dalla rivoluzione tecnologica in atto, ingenuamente sedotto dai tanti assistenti virtuali al suo servizio, si avvicina a grandi passi al pericoloso bivio in cui dovrà decidere la strada da seguire e il ruolo da assumere: restare l’umano fautore di questa rivoluzione e quindi difendere e valorizzare il suo patrimonio di emozioni e creatività e costruire, pure faticosamente, il proprio futuro, o abdicare oziosamente, delegare e rassegnarsi al futuro “programmato” da imprevedibili leggi robotiche? È insidioso il cammino in entrambe le direzioni. L’eco profondo di Cassandra e il canto sinuoso di Alexa risuonano nella valle fiorita, che, ologramma di speranza e fertile terra promessa, sembra attenderci nell’impervio cammino. Curiosa e affascinata dalla promessa di orizzonti sconfinati di conoscenza, io mi inoltro nella selva di bit e byte con tanti fogli bianchi per disegnare emozioni e parole, con una mano sul cuore , in tasca il cellulare e negli occhi il prossimo libro da scoprire.