“Il mio augurio è che questo apporto delle neuroscienze non intervenga soltanto dopo la commissione di un delitto, ma sia una educazione della personalità, soprattutto nella fase adolescenziale. Perché penso che l’educazione del comportamento abbia una funzione di prevenzione generale”. Così la presidente del Tribunale di Avellino Francesca Spena si è espressa ad un convegno oggi, presso il tribunale di Avellino, in cui si sono confrontati psicologi, avvocati, e forze dell’ordine sulla collaborazione, che c’è tra le neuroscienze e l’autorità giudiziaria in genere. “Una collaborazione – aggiunge il presidente Spena che può dare i suoi frutti, perché aiuta nella ricerca del movente di tutti i delitti ,che non hanno una matrice razionale, ma che purtroppo trovano la loro origine in disturbo della personalità”.
Poi durante il confronto, moderato dal direttore di Ottopagine Pierluigi Melillo, la nuova guida del tribunale irpino si è soffermata sui casi di femminicidio, in particolare sulla tragica storia della ragazzina di 14 anni ad Afragola, uccisa dal fidanzato maggiorenne. “Ci sono nella nostra adolescenza, ma anche in età più matura numerosi disturbi della personalità, che non arrivano ancora alla fase patologica, ma che purtroppo possono sfociare in delitti. Credo che sia importante il contributo delle neuroscienze, che possono sortire effetti sulla personalità prima ancora dell’attività dell’autorità giudiziaria per reprimere i crimini”.
Per il Questore di Avellino Pasquale Picone è necessario ascoltare i giovani, tentando di capire che cosa loro vogliono dagli adulti. Cercare di far comprendere il valore dei propri gesti. Cioè entrare nel mondo di entrare nel loro mondo, non attraverso le solite anche utili, attività di incontri scolastici sulla legalità. Pensare un po’ ad ascoltare i giovani, cercando di capire che cosa loro vogliono dagli adulti, che cosa noi possiamo fare per loro. Ma anche proporgli esempi di impegno sociale”.