L’Irpinia, Avellino, nel loro travagliato cammino, hanno ancora spazio per combattere l’illegalità? O, invece, la legalità è sommersa da atti e fatti che ne hanno annullato il valore? Sono alcune delle domande inquietanti che molti si pongono, storditi da comportamenti a dir poco contro la legge. Quanto influisce l’assenza di una politica indirizza al bene comune? E i partiti, ormai ridotti a clan gestiti senza maggioranza legittimata dalla partecipazione, che ruolo svolgono per arrestare il fenomeno della illegalità diffusa? E nelle scuole viene approfondita la questione della moralità pubblica contro la corruzione? E la stessa chiesa, che atteggiamento si pone per rendere meno inquinata la società?
E’ vero, la corruzione ha origini antiche, la stessa Tangentopoli, peraltro lontana dalle nostre terre, non è stata utile a porre fine al malcostume che, anzi, ha conosciuto dopo quella stagione una impennata di interessi, a volte dal netto sapore camorristico. Non solo. Le Istituzioni, che dovrebbero essere il punto di riferimento più alto nella difesa della legalità, oltre a sbrogliare le carte come agiscono in difesa dei cittadini onesti? Nel grande silenzio sorgono, spinti da un populismo sfrenato, i comitati d’affari. Agiscono con le pubbliche risorse dello Stato (Europa, vedi Pnrr) disponendo di liquidità da far rabbrividire.
Questo giornale, ormai da mesi, si è posto dalla parte del cittadino onesto, denunciando imprese locali che lavorano per conto della camorra, infiltrando poteri oscuri in un provincia un tempo lontana da episodi di grande delinquenza. Oggi non è più così. Potrei dire molto di più. Come ad esempio di una città su cui stanno calando colate di cemento, in zone un tempo verdi o attraverso acquisizioni di suoli per una manciata di lenticchie. Come si produce il cemento? Acquisendo le cave a volte con complicità di amministratori locali.
E’ per questo che oggi, sabato 17 maggio, presso il Corriere dell’Irpinia, alle ore 17, la redazione si confronterà con autorevoli esponenti della società civile per approfondire l’argomento, per contribuire a far nascere una coscienza per la legalità. Ci saranno rappresentanti della società civile, politici che combattono a viso aperto, esponenti della chiesa. Un forum che avvierà una prima discussione sulle reali condizioni della nostra città e dell’Irpinia.
Qualcuno ci ha ripetuto in questi giorni: chi ve lo fa fare? Abbiamo risposto, avendo compreso in quelle parole tentativi di isolarci, o minacce velate che una testata come il Corriere, che per oltre cento anni, è stata sempre a difesa della comunità irpina, che è nostro dovere farlo, qualsiasi sia il rischio che si corre. Questa è la base del nostro impegno.