Un’osteria, pochi tavoli e un menù speciale di 12 portate difficili da digerire. Tra i primi, piatti bollenti che non scaldano è possibile scegliere il piatto “Beni confiscati” che ha come ingredienti privatizzazione, vendita, regalo ai mafiosi; o “Liberi di corrompere” con ingredienti impunità, corruzione “solidamente” regolata, ancora sistemica e organizzata. Se vuoi scegliere solo un secondo puoi trovare bocconi duri da mandare giù come la “Legge bavaglio” con ingredienti particolari: divieto di informare, corto circuito dell’informazione, querele temerarie; o “Sovraffollamento delle carceri” con ingredienti: celle sovraffollate, la carenza di personale, la scarsità di attività educative e di reintegrazione. E per ultimo quei dessert dimenticati, ma essenziali come “Verità per le vittime innocenti delle mafie ingredienti”: 80% dei familiari non conosce verità; e “Liberi di scegliere” composto da nessuna tutela per chi vuole fuggire dai contesti mafiosi. Con un flash mob in Galleria Umberto I di Napoli, Libera ha dato il via alla tappa campana di “Fame di verità e giustizia” un viaggio a 30 anni dalla nascita di Libera e della sua rete associativa, che sta attraversando il Paese, da Nord a Sud e l’Europa con con iniziative, flash mob, laboratori, assemblee, speaker corner e azioni di denuncia per animare il dibattito pubblico con l’obiettivo di riscrivere la piattaforma in tema di lotta alle mafie e corruzione, con una funzione di advocacy rispetto alle istituzioni competenti. Una mobilitazione contro le mafie dei potenti e dei colletti bianchi con l’obiettivo di rimettere al centro della vita pubblica l’urgenza nel contrasto a mafiosi e corrotti partendo dai punti dell’agenda civile.
“In un Paese – dichiara Mariano Di Palma o chi decidete coordinatore Libera Lazio – dove lo spazio civico si restringe e la partecipazione viene scoraggiata, mafie e corruzione sono diventate un fatto “normale”, tollerato. In questi trent’anni Libera ha dimostrato che c’è un’alternativa possibile. Costruendo, di tassello in tassello, un mosaico di impegno e liberazione dalle diverse forme di criminalità, che parte dall’impegno di ciascuno e richiama le istituzioni alle proprie responsabilità. Ci sono situazioni e momenti storici in cui stare immobili è una colpa, mentre muoversi è un obbligo morale e una responsabilità civile. Fame di verità e giustizia è il nostro grido per risvegliare l’impegno di quanti credono in un orizzonte libero da mafie e corruzione. È tempo di rimettere al centro della vita pubblica l’urgenza del contrasto a mafiosi e corrotti. È tempo di scelte chiare e coraggiose: noi vogliamo fare la nostra parte.”
Le proposte
Riutilizzo dei beni confiscati, diritti per le vittime innocenti delle mafie, Libere di scegliere, contrasto alla corruzione, preoccupazione per il DL sicurezza e una giustizia diseguale, promozione dell’educazione come strumento di emancipazione dalle mafie, gioco d’azzardo, ambiente, libertà di informazione, un carcere che rieduchi, disarmare e non armare, contro l’attacco al dissenso, all’autonomia della magistratura e alla democrazia rappresentativa: sono i punti della piattaforma su cui Libera chiede scelte politiche concrete e strutturali, non proclami. Tra questi: norme più efficaci su confisca e riutilizzo sociale dei beni mafiosi; scrivere il diritto alla verità nella carta costituzionale; approvare una regolazione stringente delle situazioni di conflitto di interesse; una nuova strategia nazionale sulle aree a forte povertà educativa; approvare una legge quadro del settore del gioco d’azzardo; tutela e sostegno per chi denuncia e rompe con il crimine; politiche inclusive per chi vive in situazioni di marginalità; inserire nell’ordinamento la direttiva sulle querele temerarie.
Reati spia in Campania
C’è un tentativo di smantellare leggi preziose per individuare quei “reati spia” della presenza mafiosa e, a fronte dell’aggravarsi della corruzione, assistiamo a un progressivo allentamento dei freni inibitori sul piano legislativo e dei controlli. Siamo davanti a una giustizia che da un lato mette in campo leggi rigorose nei confronti degli ultimi, dall’altro lato si presenta con le armi spuntate nei confronti della criminalità mafiosa e dei colletti bianchi. Libera ha elaborato i dati relativi ad alcuni reati spia (reati di usura, di estorsione e riciclaggio denaro, delitti informatici e truffe e frodi informatiche), reati che possono indicare una possibile infiltrazione delle mafie nel tessuto economico. Nel 2024 il numero in Italia è di 322.071, pari a 822 reati al giorno, 34 ogni ora. Il 50,4% dei reati sono concentrati al Nord, il 28,1% al Sud comprese le isole e il 21,4 % al centro.
Nel 2024 il dato complessivo dei reati spia in Campania è pari a 27.110: prima regione del Sud e quinta in Italia. In particolare, sono 1577 le estorsioni, 42 i reati di usura, 302 di riciclaggio e impiego di denaro, il picco è sulle truffe e le frodi informatiche (22.489) e sui delitti informatici (2760).
Alla città metropolitana di Napoli va il primato dei reati spia in regione, il 57% del totale, con 15.550 reati (estorsioni 956 ,usura 26, riciclaggio e impiego di denaro 172, truffe e frodi informatiche 12646, delitti informatici 1750). A seguire c’è la provincia di Salerno, con 4563 reati spia, (estorsioni 234, usura 4, riciclaggio e impiego di denaro 72, truffe e frodi informatiche 3383, delitti informatici 370). A seguire Caserta, con 3692 reati spia, (estorsioni 195, riciclaggio e impiego di denaro 40, truffe e frodi informatiche 3193, delitti informatici 254). Chiudono Avellino con 2112 reati spia (estorsioni 85, riciclaggio e impiego di denaro 11, truffe e frodi informatiche 1761, delitti informatici 255) e Benevento con 1157 (estorsioni 47, usura 1, truffe e frodi informatiche 983, delitti informatici 126).