“Questa scelta è nata dalla consapevolezza condivisa dello stato di profonda decadenza in cui si trova la città, senza una idea di sé e adagiata in una precarietà mediocre che la colloca nella marginalità più assoluta, senza una ambizione a cui legarsi e un preciso profilo all’interno del contesto regionale“.
Si apre così il programma elettorale della coalizione di centrosinistra a supporto della candidatura a sindaco di Antonio Gengaro. Chiuse le liste, si passa alla presentazione delle proposte alla cittadinanza.
Il documento stilato dall’alleanza che vede insieme PD, Alleanza Verde Europa-Verdi-Sinistra Italiana, Si Può, App, Controvento, +Europa, Insieme per Avellino e l’Irpinia, Per e Azione si articola in 16 punti chiave con quattro tematiche come fondamenta: legalità, trasparenza, partecipazione e competenza.
Programma di governo della città di Avellino che mette al primo posto l’eliminazione della narrazione del capoluogo come un’isola felice e il deciso contrasto alla criminalità organizzata: “Questo è diventato ancora più urgente da quando le inchieste e i processi che vedono Avellino come scenario di fatti criminali, anche di matrice camorristica, non permettono più di nascondersi dietro la formula della presunta isola felice”, con la creazione di una “Commissione permanente antimafia“.
Riferimento anche a uno dei provvedimenti introdotti già da alcuni comuni, come quello di Firenze e Pozzuoli, sui lavori pubblici assegnati in appalto: “Tutti i lavoratori impegnati dovranno avere un salario minimo di 9 euro l’ora“.
Il perno intorno al quale ruota l’idea di città è il concetto di partecipazione attiva: “Per rompere le gabbie delle clientele bisogna aprire con coraggio lo spazio della partecipazione. Si propone l’attivazione di tutte le commissioni a partecipazione popolare“. Con un occhio a Barcellona, città ormai riferimento per gli amministratori locali: “Se la città di Barcellona ha creato “Decidìm“, una piattaforma a disposizione di Comuni e associazioni per la gestione della partecipazione dal basso, Avellino può declinare il titolo e le funzioni come “Decidimmo“, esempio di possibile piattaforma da implementare su scala comunale per supportare i processi decisionali“.
L’inversione di proposta di un’Avellino per i giovani: “Un luogo dove i giovani dovranno avere riconosciuto piena possibilità di dare risposte alle aspettative di vita maturate. Ciò vuol dire dismettere una sorta di improbabile guerra generazionale per fare assumere ai giovani un ruolo di responsabilità precisa e riconosciuta, nell’amministrazione, nella politica e nel sciale. Il Comune seguendo tale filosofia si misurerà con la questione giovanile in città, promuovendo opzioni mirate a favorire l’occupazione e la formazione“, con “l’istruzione e una nuova edilizia scolastica – di raccordo con l’ente Provincia – a fare da faro“.
Un occhio di riguardo per i tanti ragazzi e ragazze costretti ad andare via: “Si promuoveranno piani specifici per contrastare l’esodo giovanile e provare a invertirne la tendenza, “Giovani Ritornati” sarà il nome di un programma dedicato agli avellinesi in Italia e nel mondo per costruire una possibilità di ritorno“.
Una città per le donne, “libera dalla mascolinità tossica che l’ha contraddistinta. Ci si impegna a riaprire tre consultori cittadini con funzioni sociali oltre che sanitarie“.
Una sezione è dedicata a come far fronte alle vecchie e nuove povertà “che riguardano fasce della popolazione sempre più numerose. Per questa ragione sarà organizzato un assessorato “Al disagio” per il supporto delle fragilità sociali in grado di definire una linea di costante ascolto e puntuale risposta ai bisogni della cosiddetta città fragile“. Inoltre, “il Comune si impegnerà con la dirigenza del Moscati ad ampliare l’accesso al Pronto soccorso; l’apertura del Centro per l’Autismo di Valle; la ristrutturazione e riqualificazione del Piano di Zona Sociale; allestimento presso l’ex ospedale Moscati in viale Italia della sede del Distretto sanitario di Avellino e attrezzare l’Ospedale di Comunità e la Casa della Salute“.
Grande attenzione per la cultura, che attraverso “la gestione e la valorizzazione delle strutture cittadine dal Teatro Carlo Gesualdo a Villa Amendola, passando per il Casino del Principe fino al Centro Guido Dorso, dare linfa a una funzione fondamentale nel processo di crescita, anche morale e sociale, di Avellino“. Con particolare riguardo “al restauro della Dogana di Piazza Amendola, che potrebbe ospitare il patrimonio lasciato da Andrea Massaro e Armando Montefusco“.
Nella sezione dedicata alla rigenerazione urbana, che si intreccia con ambiente e sport, si mette in evidenza un’idea di riformulazione degli spazi e dei parchi: “Una città che demograficamente arretra progressivamente e che oggi va ripensata a partire da alcune direttrici, come quella che si sviluppa lungo l’asse del Fenestrelle da Monteforte a Mercogliano, da Avellino ad Atripalda, si ottiene una città da centomila abitanti“.
Con precedenza, per le attività sportive, alle strutture comunali: “Lo sport nella città di Avellino non può ridursi all’attenzione sulle grandi strutture, nè queste possono trasformarsi in megaimpianti commerciali come nel caso della previsione del nuovo Stadio Partenio Lombardi. Uno stadio di cui Avellino ha bisogno ma non nelle indicazioni del project financing finora discusso“, riferimento, poco velato, al progetto avallato dall’ex amministrazione Festa sull’impianto progettato dal patron Angelo D’Agostino. Nessun accenno, invece, per quanto riguarda la piscina comunale.
Sulla questione ambientale evidenti i contributi da parte delle associazioni che si occupano di gestione del verde e della qualità dell’aria: “Obiettivo il raggiungimento della sostenibilità ambientale attraverso la creazione di una comunità consapevole, impegnata e responsabile, attraverso l’attuazione di un programma di educazione ambientale ispirato al progetto Greenopoli. Priorità all’annosa questione dell’abbruciamento dei residui vegetali, il miglioramento della qualità dei corsi d’acqua, l’attuazione del Piano per il Verde, il rilancio dell’identità di Avellino città dell’acqua, una migliore gestione dei rifiuti, lo sviluppo delle Comunità di energie rinnovabili e una rivoluzione sul piano della mobilità sostenibile attraverso la redazione di un Piano Urbano della Mobilità Sostenibile“.
Inoltre, “le periferie saranno al centro della visione urbanistica dell’amministrazione: verranno affrontate problematiche croniche, come la mancanza di servizi essenziali e al contempo ripartiremo dall’attivismo dei comitati che negli anni si sono costituiti per riqualificare i quartieri, a Valle e a Rione Ferrovia“.