Le parole dei soldati, affidate alla carta tra il frastuono delle trincee, tornano a farsi voce. Giovedì 9 ottobre, alle 17.00, l’Archivio di Stato di Avellino ospiterà la presentazione di Lettere dal fronte (Terebinto edizioni), opera d’esordio del giornalista e scrittore avellinese Gianluca Amatucci.
Vicepresidente della sezione avellinese dell’Associazione Nazionale del Fante e appassionato studioso di strategie militari, Amatucci ripercorre in questo volume le vicende dei soldati italiani impegnati nella Prima e nella Seconda guerra mondiale, a partire dalle lettere spedite dal fronte. Pagine che raccontano l’orrore dei combattimenti, l’attesa della fine, la speranza di tornare a casa. Un viaggio nella memoria che arriva fino alle testimonianze dei militari italiani in missioni di pace all’estero.
L’incontro sarà aperto dal direttore dell’Archivio di Stato, Lorenzo Terzi, e vedrà la partecipazione di Antonio Argenio, presidente dell’Unuci di Avellino, e di Goffredo Covino, presidente provinciale dell’Ancr. L’evento sarà impreziosito dall’accompagnamento musicale di Patrizia Girardi.
“Quando ho deciso di scrivere questo libro – spiega l’autore – ho iniziato a raccogliere non solo lettere della Prima e della Seconda guerra mondiale, ma anche testimonianze di soldati impegnati su fronti più recenti e in missioni di pace. Ho trovato anche lettere di bambini che, nel cuore della guerra, hanno affidato alla carta i loro messaggi e le richieste di aiuto”.
Il volume restituisce voce a storie dimenticate: quella di Giovanni Della Sala, deportato in un campo di concentramento dopo l’8 settembre 1943 e rimasto prigioniero per ventitré mesi; dello zio dell’autore, Alessandro “Lisandrino” Zeccardo, disperso sul fronte albanese e mai conosciuto; di Sabato Picone, contadino analfabeta fatto prigioniero dagli austriaci nella Grande Guerra, che riuscì a ritrovare in prigionia il fratello Emilio prima del ritorno a casa.
Tra le pagine si ritrovano anche frammenti simbolici della devozione popolare: gli anelli offerti dai soldati alla Madonna per realizzare un medaglione con incisa la “M” di Maria, proveniente dalle trincee della terza compagnia della 135ª Fanteria.
Il libro nasce dal dialogo con gli studenti, che leggendo le lettere hanno mostrato commozione e partecipazione. “C’è bisogno di un’azione sinergica – sottolinea Amatucci – per difendere il valore della memoria e trasmetterla alle nuove generazioni”.
Un lavoro che intreccia la storia locale e quella nazionale, dando spazio anche al sito Dimenticati di Stato di Roberto Zamboni, che custodisce i nomi di soldati sepolti nei cimiteri d’Austria, Germania e Polonia, tra cui molti irpini.
Lettere dal fronte è un tributo alla memoria dei caduti e un monito sul valore della pace, ricordando il sacrificio di uomini spesso dimenticati e il dovere delle associazioni d’arma di continuare a custodire la storia, nonostante le difficoltà e la mancanza di una sede adeguata ad Avellino.