Era il 15 luglio del 1982 quando in piazza Nicola Amore, un gruppo di fuoco delle Brigate Rosse ammazzò il vicequestore Antonio Ammaturo, capo della Squadra Mobile di Napoli e l’agente scelto Pasquale Paola un ‘falco’ , con il quale si stava recando in Questura. Ma sono tante le ipotesi legate ai mandanti dell’omicidio, nel quale entrano la Nuova Camorra Organizzata di Raffele Cutolo, cui Ammaturo aveva dichiarato guerra arrestandone il figlio Roberto e le indagini sul rilascio del politico democristiano Ciro Cirillo rapito dalle BR.
“Ancora oggi – ha sottolineato la figlia Gilda -la morte di mio padre resta senza un perché. Troppe cose non chiare. Troppi misteri. Il fatto che riesca a parlarne, però, mi aiuta a elaborare il lutto. Ci riesco da qualche anno grazie a Libera. Mi ha aiutato molto. Grazie a loro ho incontrato tanti bambini e ragazzi nelle scuole della provincia di Avellino. A loro ho parlato di mio padre e del suo lavoro come funzionario dello Stato. Ho parlato dei suoi valori. Un esempio di vita per i giovani di oggi. “Un poliziotto duro dal cuore d’oro” che è stato sempre fiero di servire lo Stato”
Una memoria, quella di Antonio Ammaturo, che continua ad essere fortemente viva. Il 3 maggio del 1984 ad Antonio Ammaturo è stata conferita la Medaglia d’oro al valor civile alla memoria. La sua storia, insieme a quella del fidato Pasquale Paola, è raccontata nel libro “Al di là della notte” del giornalista Raffaele Sardo. In suo nome è nato inoltre un Centro per disabili ospitato al Parco Ammaturo, un bene confiscato nel comune di Giugliano, e gestito dalla Fondazione Il Girasole.