Liceo di Nusco, la versione dei fattidel sindaco e dell’amministrazione comunale non convince. Lo dicono gli esponenti del Circolo Pd del comune altirpino. La loro «cronaca di una chiusura “temporanea”» è infatti del tutto diversa. E infatti scrivono: «Dopo la risposta del sindaco di Nusco, Antonio Iuliano, alla lettera aperta della professoressa Filomena Marino – pubblicata sul Corriere del 4 agosto – nella quale afferma che “al momento non è stato ufficializzato alcun provvedimento di trasferimento del liceo”, il Circolo PD di Nusco interviene per denunciare l’evidente contraddizione tra le parole del primo cittadino e i fatti.
A smentire le sue dichiarazioni vi è un documento ufficiale: la comunicazione della dirigente scolastica del Liceo di Montella, dott.ssa Di Blasi Emilia che dispone dal 1º settembre lo spostamento del Liceo Classico da Nusco a Montella». Il circolo allega la nota della dirigente qui di seguito.
«Un atto – continuano dal Partito democatico – che contraddice quanto dichiarato dal sindaco e che conferma una gestione confusa, opaca e priva di trasparenza. Il Circolo PD denuncia una scelta imposta dall’alto, senza confronto con la cittadinanza e senza alcuna documentazione pubblica accessibile che ne giustifichi la legittimità o la necessità.
A rendere la questione ancora più torbida è stata la modalità con cui è stata convocata la riunione decisiva. In tutta fretta e senza una comunicazione estesa e pubblica, ha visto la partecipazione di pochi genitori (6 anziché 4) e 5 alunni. È stato nel corso di quella stessa riunione che si è deciso di trasferire gli studenti a Montella, dove – lo ricordiamo – sono attualmente in corso lavori per ricavare aule provvisorie con pareti in cartongesso.
Il sindaco, stretto dai tempi imposti dalla Provincia (a cui avrebbe dovuto rispondere entro due giorni), ha scaricato la responsabilità della scelta sui pochi presenti, privi di ogni reale possibilità di confronto o di valutazione di alternative. Una dinamica che richiama una finta consultazione più che un reale coinvolgimento democratico. Come un moderno Pilato, il primo cittadino si è lavato le mani, evitando di assumersi apertamente la responsabilità di una decisione che avrà effetti profondi sul futuro del paese.
Il liceo rappresenta molto più di un edificio scolastico: è un presidio culturale, sociale ed educativo. La sua chiusura – seppur “tecnicamente temporanea” come ci vogliono far credere – viene percepita come un abbandono annunciato, senza tempi certi, senza un piano documentato, e senza alcuna garanzia reale di rientro».
E qui gli esponenti del Pd provano a spiegare cosa significa lo spostamento a Montella:
«Maggiori difficoltà per le famiglie e per gli studenti pendolari; rischio concreto di calo delle iscrizioni, non incremento, perché i ragazzi di Nusco sceglierebbero altri indirizzi, anche se potrebbe guadagnare qualche alunno di Montella; ulteriore impoverimento del tessuto sociale e culturale di Nusco. Alla luce della totale assenza di trasparenza e del sospetto che si tratti di una chiusura definitiva camuffata, il Circolo PD di Nusco chiede formalmente: l’accesso immediato agli atti tecnici e amministrativi che giustificherebbero l’inagibilità o l’intervento sulla struttura scolastica di Nusco; la sospensione di ogni decisione definitiva finché non sarà chiarita, con elementi oggettivi e verificabili, la reale situazione dell’edificio.
Questa richiesta si fonda su quanto previsto dalla Legge 241/1990, che garantisce il diritto di accesso agli atti della Pubblica Amministrazione, e tutela il principio di trasparenza e partecipazione dei cittadini, in particolare su scelte che impattano beni pubblici e diritti fondamentali, come il diritto all’istruzione.
Il Circolo PD di Nusco ribadisce con forza che nessuna decisione può essere imposta alla cittadinanza senza condivisione, senza documentazione, senza dibattito. Ci aspettiamo dalle istituzioni – comunali e provinciali – un immediato cambio di passo: urge ascolto, occorre rispetto, servono atti concreti.
La scuola è un bene comune, non un ostacolo da rimuovere. È un presidio che va difeso, valorizzato e messo in sicurezza, non smantellato sotto silenzio.
Continueremo a vigilare e a promuovere ogni iniziativa utile per tutelare il diritto allo studio, la trasparenza amministrativa e la dignità della nostra comunità».