Il progetto per l’allargamento del molo di Ponente e del molo Manfredi ha suscitato molte proteste per le conseguenze dal punto di vista ambientale. Aurelio Tommasetti, consigliere regionale della Campania della Lega e capo dell’opposizione in Consiglio regionale, propone di «aprire un dibattito serio sul masterplan del porto di Salerno».
Il masterplan portuale al 2030 contempla due interventi chiave. Per il molo di Ponente è previsto un prolungamento di circa 300 metri, con la realizzazione di una nuova darsena, una torre piloti e nuove banchine. Il progetto, inoltre, aggiunge 127 metri al molo Manfredi (portandolo oltre i 600 metri), permettendo l’attracco simultaneo di due grandi navi da crociera e una di minori dimensioni. Questi interventi si inseriscono in un quadro più ampio di adeguamento del Piano Regolatore Portuale approvato nel 2016, che include anche l’approfondimento dei fondali fino a 17 m, la modifica dell’imboccatura portuale e l’ampliamento del molo Trapezio. Questi lavori puntano a garantire manovre sicure per navi di maggior tonnellaggio, migliorare la funzionalità delle banchine e adeguare le strutture alle norme sismiche e ai carichi di traffico attesi
Per Tommasetti il progetto potrebbe deturpare il paesaggio e avere gravi conseguenze sulla visibilità della Costiera Amalfitana, patrimonio Unesco. Nonostante sottolinei l’importanza dello sviluppo infrastrutturale, sostiene che non si possano ignorare le ricadute paesaggistiche su località come Capo d’Orso e la Baia di Vietri sul Mare. Infatti, il sindaco di Vietri sul Mare, Giovanni De Simone, ha denunciato che l’intervento interesserà il tratto di spiaggia adiacente al faro verde, rischiando di eliminarlo. Legambiente e Italia Nostra hanno espresso forti preoccupazioni, puntando il dito contro il rischio di compromettere il sito UNESCO.
Le preoccupazioni di chi si oppone sono molteplici. Il nuovo molo Manfredi potrebbe avvicinare le navi alla costa, minacciando anche la fruizione balneare; inoltre, la costruzione allunga il porto su tratti di sabbia storicamente frequentati da bagnanti, con il rischio di perdita permanente dell’arenile. Si parla addirittura di inquinamento marino: manovre ravvicinate delle navi potrebbero compromettere flora, fauna e qualità delle acque.
Tommasetti ritiene indispensabile un tavolo di confronto che coinvolga le amministrazioni e le comunità locali. «L’eventualità di perdere tratti di spiaggia con navi a una manciata di metri dalla costa, non può essere presa a cuor leggero. […] L’impatto va valutato senza preconcetti e soprattutto senza ignorare le perplessità e preoccupazioni di chi vive il territorio. Per questo occorre la disponibilità di tutti. Offro anche la mia di consigliere regionale per dare una mano affinché si vada nella direzione giusta».